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Siria: i frati di Aleppo, “siamo in apprensione”
Il racconto di cosa sta accadendo nel paese asiatico dove i ribelli islamici stanno prendendo il potere
“Tutta la Siria è in apprensione per l’avanzamento dell’esercito dell’opposizione verso sud in direzione di Damasco”. Lo scrivono i frati del convento francescano di Aleppo, che periodicamente inviano ai confratelli alcuni aggiornamenti sulla loro situazione. I frati parlano della preoccupazione delle personme a Damasco: “Diverse persone che conosco e che vi abitano si stanno preparando a fuggire, ma ora le destinazioni a disposizione sono meno ogni giorno”.
Ad Aleppo invece la situazione sembra tranquilla ma la paura resta: “Qui ad Aleppo, quando incontro la gente, osservo un senso di sollievo: dopo lo choc e la paura dei primi giorni si comincia a scherzare e fare battute… in qualche modo la gente vuole guardare al futuro, ma ancora non riesce a fidarsi serenamente. Girano notizie qua e là di alcune donne che raccontano di esser state insultate per strada perché non portano il velo, si dice che d’ora in poi nelle scuole e nelle università i maschi saranno separati dalle femmine; che nella corte giudiziaria non saranno più accettate le donne giudici… tutto ciò, se sarà vero, potrebbe spingere ad un nuovo esodo delle minoranze religiose, tra cui anche i cristiani. I nuovi governanti dovranno dare prova concreta del discorso che lanciano continuamente, che cioè le comunità etniche e religiose saranno rispettate nella nuova Siria”.
Per quanto riguarda i problemi pratici, “continuiamo a sperimentare un grande senso di collaborazione e prontezza dalle autorità riguardo ai problemi che insorgono di tanto in tanto. Almeno questo ci rassicura che non siamo abbandonati. Le fonti di energia tornano disponibili, ma ovviamente a prezzi di mercato internazionale che la tasca dei siriani, per ora, non è per nulla capace di supportare. È una transizione da una economia socialista a quella di mercato libero, ma senza nessun piano regolatore. I poveri ne sono le vittime più fragili. La lira siriana, anche se resta usata, diventa sempre meno voluta, e si tende a cambiarla con il dollaro americano o la moneta turca. Oggi abbiamo avuto una riunione dei vescovi cattolici di Aleppo, durante la quale i pastori hanno ribadito la volontà di continuare ad aiutare i cristiani a superare questa crisi e rimanere ancorati alla loro terra. Hanno deciso di allargare le competenze di una commissione di emergenza precedentemente costituita e di coordinare meglio gli aiuti che provengono dalle ONG che vorranno aiutarci. Il 1 gennaio prossimo celebreremo insieme la giornata mondiale della pace dove si annuncerà anche il giubileo della speranza, di cui la Siria ha bisogno più che mai”.