Vita Chiesa

Sinodo per l’Amazzonia: chi partecipa e i temi in discussione

Al Sinodo per l’Amazzonia partecipano 184 padri sinodali. Lo ha detto il card. Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi, durante la conferenza stampa di presentazione dell’Assemblea speciale del Sinodo dei vescovi sul tema «Amazzonia: nuovi cammini per la Chiesa e per un’ecologia integrale», in programma in Vaticano dal 6 al 27 ottobre. Dei 184 padri sinodali, ha proseguito Baldisseri, 136 partecipano ex officio; tra questi, 113 provengono dalle diverse circoscrizioni ecclesiastiche panamazzoniche. I capi dei Dicasteri della Curia Romana sono 13. Nel numero complessivo rientrano anche i membri del Consiglio pre-sinodale, 15 religiosi eletti dall’Unione dei superiori generali e 33 membri di nomina pontificia.

Tra i padri sinodali figurano 28 cardinali, 29 arcivescovi, 62 vescovi residenziali, 7 ausiliari, 27 vicari apostolici e 10 vescovi prelati, 21 membri non vescovi, tra diocesani e religiosi. La Regione panamazzonica occupa un territorio di nove nazioni (Guyana francese, Repubblica cooperativista della Guyana, Surinam, Venezuela, Colombia, Ecuador, Brasile, Bolivia, Perù). Per questo motivo, i padri sinodali ex officio appartengono a 7 Conferenze episcopali: Antille, Venezuela, Colombia, Ecuador, Brasile, Bolivia, Perù. Tra i 113 padri sinodali delle Circoscrizioni ecclesiastiche panamazzoniche, 3 provengono dalle Antille, 6 dal Venezuela, 13 dalla Colombia, 7 dall’Ecuador, 57 dal Brasile, 11 dalla Bolivia, 10 dal Perù.

La dimensione universale della Chiesa viene espressa anche dai 33 membri di nomina pontificia, i quali provengono in special modo da Paesi e zone geografiche, come ad esempio il bacino fluviale del Congo, che presentano le stesse problematiche ecologiche che costituiscono uno dei due grandi ambiti richiamati nel titolo del Sinodo. Partecipano al Sinodo anche 6 delegati fraterni, in rappresentanza di altre chiese e comunità ecclesiali presenti nel territorio amazzonico.

Dodici gli invitati speciali, «il numero più alto finora fra i partecipanti ad un’Assemblea speciale», ha precisato Baldisseri, «scelti per la loro elevata competenza scientifica oppure in quanto membri di enti che nei più svariati modi svolgono attività di natura umanitaria o tendenti alla salvaguardia dell’ambiente». Completano l’elenco 25 esperti e 55 tra uditori e uditrici, tra cui 10 religiose presentate dall’Unione internazionale delle superiore generali (Uisg), anch’esse in numero superiore agli altri Sinodi. Tra i partecipanti a vario titolo al Sinodo, figurano, infine, 17 rappresentanti di diversi popoli originari ed etnie indigene, tra i quali 9 donne. Il numero totale delle donne che partecipano ai lavori sinodali è di 35: 2 sono invitate speciali, 4 esperte (di cui 2 sono suore) e 29 uditrici (18 sono suore).

Un Sinodo «ambientalista». In vista del Sinodo per l’Amazzonia, la segreteria generale ha promosso «alcune iniziative con lo scopo di limitare l’inquinamento e di favorire la sostenibilità ambientale, in maniera da contribuire, per quanto possibile, a salvaguardare la casa comune». Per l’iscrizione dei partecipanti – ha annunciato il card. Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi, durante la conferenza stampa di presentazione in Sala stampa della Santa Sede – «è stata adottata una procedura informatica per mezzo della quale le registrazioni sono avvenute direttamente on line»: «Questa nuova prassi ha velocizzato la comunicazione, ma soprattutto ha permesso un notevole risparmio di carta stampata, eliminando, oltretutto, anche i costi legati all’utilizzo della posta tradizionale», ha spiegato il cardinale. L’altra attenzione è quella a limitare il più possibile l’uso della plastica: «I bicchieri che verranno utilizzati saranno in materiale biodegradabile; la borsa con il materiale di lavoro che verrà consegnata ai partecipanti è in fibra naturale, la carta utilizzata per i documenti che verranno distribuiti ha il maggior numero di certificazioni di provenienza e di filiera di lavorazione». L’attenzione del Sinodo per l’Amazzonia, ha precisato Baldisseri, «si incentra sulla missione evangelizzatrice della Chiesa in Amazzonia, con al centro l’annuncio della salvezza in Gesù Cristo, e sulla tematica ecologica, data l’importanza che il territorio amazzonico riveste per tutto il pianeta». Riguardo alla questione ecologica, ha spiegato il porporato, «l’approccio parte dalla visione di un’ecologia che non si limiti a trattare le questioni guardando esclusivamente all’ambiente naturale, ma che comprenda chiaramente le dimensioni umane e sociali», come si legge nella Laudato si’: «Un’ecologia, quindi, che sappia tenere presente l’essenza dell’umano», perché «tutto è connesso», come sottolinea spesso Papa Francesco. «Occorre essere consapevoli che l’agire umano non si esercita in ‘compartimenti stagni’, ma che ogni comportamento, in positivo o in negativo, che si adotta riguardo all’ambiente naturale ha delle inevitabili conseguenze anche nell’ambito socio-culturale e spirituale dei popoli e delle singole persone», l’invito di Baldisseri.

«Nella Chiesa c’è libertà di espressione. Ciascuno poi risponde alla propria coscienza, all’opinione pubblica e naturalmente al Signore». Così il card. Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi, ha risposto alle domande dei giornalisti sulle critiche espresse riguardo all’Instrumentum laboris del Sinodo per l’Amazzonia, da alcuni tacciato perfino di eresia. «Ci sono state critiche all’Instrumentum laboris», ha detto il cardinale. «L’Instrumentum  laboris non è un documento pontificio: è una raccolta alla base delle domande del popolo amazzonico», ha aggiunto il cardinale citando le 170 assemblee che hanno caratterizzato questi due anni di preparazione: «È la prima volta che i vescovi ascoltano il popolo amazzonico, e noi dobbiamo registrare questo». «È necessario ascoltare e non giudicare», ha puntualizzato Baldisseri: «L’Instrumentum laboris non è un documento magisteriale, ma un documento di lavoro che sarà dato ai padri sinodali e sarà la base per cominciare i lavori e costruire da zero il documento finale». «Non credo sia opportuno dare giudizi su un documento che non è un documento pontificio», ha commentato il cardinale, ricordando che «anche il documento finale del Sinodo è consultivo, per aiutare il Santo Padre affinché lui decida se fare un’istruzione, una lettera apostolica o un’esortazione apostolica post-sinodale. Quello firmato dal Papa sarà il documento finale».

«L’Instrumentum laboris non è del Sinodo, ma per il Sinodo», ha precisato il card. Claudio Hummes, presidente della Repam e relatore generale del Sinodo: «È la voce della Chiesa locale, della gente, della storia e della terra. La Chiesa li ha invitati a parlare e loro hanno parlato: se il Sinodo l’ha fatto, è perché vuole ascoltare sul serio. Questo è un cammino sinodale. Abbiamo ascoltato 80mila persone. E dobbiamo ascoltare davvero, come dice il Papa. Speriamo che il Sinodo sarà ‘cum Petro’ e ‘sub Petro’, anche da parte di chi ha opinioni diversificate».

«Un vero approccio ecologico – ha ribadito il card. Hummes – diventa sempre un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nel discorso sull’ambiente per ascoltare sia il grido della terra che quello dei poveri». Il porporato si è soffermato sul concetto di «ecologia integrale» al centro della Laudato si’, ricordando che «la crisi ecologica e sociale, e quindi la povertà, in Amazzonia riguarda soprattutto gli indigeni, i piccoli agricoltori e coloro che vivono nelle periferie delle città». «Non ci sono due crisi, quella ecologica e quella sociale, ma una sola crisi socio-ambientale», ha ripetuto Hummes: «Le soluzioni richiedono un approccio integrale, per combattere la povertà, restituire la dignità agli esclusi e prendersi cura del creato, perché tutto è collegato». Tra i temi dell’imminente appuntamento ecclesiale, il cardinale ha citato «l’emergenza ambientale, gli indigeni e la foresta». Al centro dei lavori, «l’evangelizzazione e la necessità di prendersi cura della casa comune», che significa «difendere tutta la vita degli esseri umani e prendersi cura della biodiversità».

«La mancanza di ministri ordinati». È questa, per il card. Claudio Hummes, una delle emergenze pastorali della regione a cui sarà dedicato l’appuntamento in Vaticano. «Il 70-80% delle comunità all’interno dell’Amazzonia brasiliana – ha detto il cardinale rispondendo alle domande dei giornalisti – ha poca vita sacramentale, a parte il battesimo e il matrimonio. Mancano i sacramenti: c’è un salto tra la Parola di Dio e la pratica. I sacramenti sono i mezzi per praticare la Parola: poche persone, nella regione amazzoniche, hanno la possibilità di accedere alla Comunione. Ma la Chiesa vive di Eucaristia e l’Eucaristia edifica la vita della Chiesa». «Mancano ministri ordinati che celebrino l’Eucaristia», l’appello di Hummes, soffermandosi sulla necessità, per i padri sinodali, di «cercare nuovi cammini per portare l’Eucaristia nella vita delle nostre comunità». Interpellato sulla questione del celibato ecclesiastico, il card. Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi, ha ricordato che al n. 129 dell’Instrumentum laboris «c’è un accenno a questo tema». «Per le zone più remote della regione», si legge infatti nel documento, l’auspicio è che «si studi la possibilità di ordinazione sacerdotale di anziani, preferibilmente indigeni, rispettati e accettati dalla loro comunità, sebbene possano avere già una famiglia costituita e stabile, al fine di assicurare i Sacramenti che accompagnano e sostengono la vita cristiana».  Su questo come sugli altri punti dell’Instrumentum laboris, ha ricordato Baldisseri, «i padri sinodali sono liberi di discutere e di fare proposte».

«La Chiesa non ha paura», ha risposto card. Claudio Hummes, alle domande dei giornalisti sulla partecipazione femminile – 35 donne, il numero più alto finora per un Sinodo – all’imminente appuntamento ecclesiale. «Lo Spirito dice che dobbiamo essere attenti alla voce della Chiesa», ha proseguito il cardinale riferendosi all’Instrumentum laboris: «Nella regione amazzonica il ruolo delle donne è grande, straordinario, ben fatto. In tantissime comunità le dirigenti sono donne e loro chiedono che la Chiesa riconosca questo lavoro. Tante donne hanno perso la vita o sono state ammazzate per questo, come suor Dorothy. Chiedono che sia riconosciuto e istituzionalizzato il lavoro che fanno, per arrivare ad una forma più autorevole di lavorare. Noi siamo loro riconoscenti». «La partecipazione delle donne al Sinodo per l’Amazzonia è molto alta, anche di donne indigene», ha aggiunto il card. Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi, ricordando la particolarità del prossimo Sinodo, che è «un Sinodo speciale». La presenza delle donne al Sinodo, ha ricordato il segretario generale, «è dovuta al Papa», che l’ha regolata e codificata in due documenti: l’Episcopalis Communio e l’Istruzione.