Vita Chiesa

SINODO MEDIO ORIENTE: MONS. MINA (EGITTO), UN PASSO VERSO I SACERDOTI UXORATI

I“La Chiesa latina ha optato per il celibato, una scelta che merita il rispetto più alto; per gli Orientali è detto chiaramente che la Chiesa tutta rispetta e conferisce uguale onore al matrimonio dei sacerdoti”. Nel corso di un breefing con i giornalisti mons. Antonios Aziz Mina, vescovo di Guizeh dei Copti (Egitto) è tornato a proporre la questione dei sacerdoti uxorati, già sollevata nel corso del suo intervento al sinodo il 12 ottobre scorso. Come è noto dagli anni ‘30 vige il divieto posto sull’ordinazione e l’esercizio del ministero a sacerdoti uxorati al di fuori dei territori patriarcali e delle ‘Regioni storicamente orientali’. Il tema dei sacerdoti uxorati è, di fatto, strettamente legato a quello della giurisdizione e della cura pastorale dei patriarchi sui fedeli dello stesso rito fuori dei territori patriarcali. Il fenomeno migratorio ha portato molti orientali in altri Paesi così che oggi fedeli appartenenti ad una Chiesa ‘sui iuris’, “sono più numerosi fuori del territorio che dentro” e per mons. Mina, come detto al Sinodo, “non è logico che costoro abbiano con la chiesa di provenienza solo relazioni liturgiche”. Da qui la richiesta del presule di dare al Patriarca la giurisdizione personale sui fedeli della sua Chiesa dovunque siano e di poter utilizzare anche sacerdoti uxorati per la loro cura pastorale. “Credo, tuttavia, che se questa scelta fosse estesa anche alla Chiesa latina non risolverà il problema delle vocazioni, né tantomeno il cattivo comportamento dei sacerdoti. Si tratta – ha concluso il presule – di una scelta personale che il prete opera nel servire il popolo di Dio e la Chiesa”. Sui sacerdoti sposati si è espresso anche mons. Guy-Paul Noujaim, vescovo ausiliare di Sarba (Libano): “è grazie a loro, alla liturgia celebrata prevalentemente in arabo e al radicamento delle loro famiglie sul territorio che alcune chiese hanno potuto resistere all’invasione dell’Islam in paesi come Iraq e Iran. Tuttavia bisogna riconoscere che i preti sposati sono meno disponibili dei non sposati proprio per impegni familiari. Io stesso per essere più libero ho scelto il celibato”.Sir