Vita Chiesa

SINODO MEDIO ORIENTE: MONS. BUSTROS (MELKITA USA), DIALOGO CON MUSULMANI ILLUMINATI

Dialogare con i “musulmani illuminati” per interpretare le leggi islamiche nel loro contesto storico e capire se la minaccia di morte per il musulmano che si converte ad un’altra religione proviene dallo stesso Profeta Maometto o da un califfo al tempo delle conquiste musulmane. Il tema della tolleranza della religione islamica è stata al centro, questa mattina, di alcuni interventi dei padri sinodali impegnati nella sesta congregazione del Sinodo per il Medio Oriente, in corso in Vaticano. Mons. Cyrille Salim Bustros, arcivescovo di Newton dei greco-melkiti (Usa) ha chiesto di aprire un dialogo con i “musulmani illuminati” per chiarire “il principio di tolleranza fissato dal Corano” che “deve venire prima di ogni legislazione stabilita in seguito”. “La società musulmana – ha detto il presule – non ha nulla da temere dal passaggio di alcuni musulmani al cristianesimo. Il primo principio di ogni società – ha puntualizzato – è l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge. Il rispetto della coscienza individuale è il segno di riconoscimento della dignità della persona umana. Il XXI secolo è iniziato con l’essere il secolo del conflitto tra civiltà. E’ dovere dei cristiani e dei musulmani lavorare insieme per trasformarlo in un secolo di cooperazione tra civiltà per la promozione dei diritti umani e della pace nel mondo”.Sul tema si è espresso anche mons. Camillo Ballin, vicario apostolico di Kuwait, il quale ha ricordato che il Golfo, nella tradizione musulmana, “è terra sacra del Profeta e non dovrebbe esservi nessun’altra religione”. Tuttavia ha ricordato mons. Ballin, nel Golfo vivono circa 3 milioni di cattolici, la cui cura pastorale non può essere né “occultata” né “limitata” alla sola messa domenicale. “Chiediamo ai nostri fratelli musulmani di darci lo spazio per poter pregare in modo corretto” ha aggiunto il vescovo che, in conclusione ha esortato le Chiese a riscoprire la propria “dimensione missionaria”. “Una Chiesa che non ha spirito missionario, è destinata a vivere una vita che non è la vita ‘in abbondanza’ voluta dal Signore. E’ importante formare i cristiani nelle nostre chiese a uno spirito veramente cattolico e universale, in grado di spezzare le catene del provincialismo, anche religioso, del nazionalismo e del razzismo latente”.SirLo Speciale sul Sinodo Medio Oriente