I Patriarchi delle Chiese Orientali Cattoliche, per la loro identità di Padri e Capi di Chiese sui iuris’ che compongono la cattolicità della Chiesa Cattolica, dovrebbero essere membri, ipso facto, del Collegio che elegge il Sommo Pontefice, senza necessità di ricevere il titolo latino di Cardinale. Per lo stesso motivo, dovrebbero anche avere la precedenza su di loro. A chiederlo oggi, dall’aula del Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente, in corso in Vaticano, è stato mons. Vartan Waldir Boghossian, vescovo di San Gregorio di Narek in Buenos Aires degli Armeni, Esarca Apostolico per i fedeli di rito armeno residenti in America Latina e Messico. Nel suo intervento l’esarca ha parlato della grande mobilità umana che ha spostato quantità di fedeli fuori del loro territorio patriarcale di origine, così che ci sono delle Chiese che hanno oggi la più gran parte dei loro fedeli nella Diaspora. È difficile capire ha detto l’esarca – perché le attività dei Patriarchi, dei Vescovi e dei Sinodi delle Chiese Orientali, vengono limitate al loro territorio. Il Codice dei Canoni delle Chiese Orientali afferma che i Patriarchi sono Padri e Capi della loro Chiesa. Questa paternità e giurisdizione non dovrebbero essere limitate ad un territorio tanto più se in esso non sono più presenti membri della sua Chiesa.SirLo Speciale sul Sinodo Medio Oriente