Non ci sono grandi novità. Contengono considerazioni sullo status delle Chiese, sulle loro attività, sui loro bisogni, sui loro problemi sociali e civili nei quali le Chiese sono calate quotidianamente. Queste riflessioni dovranno essere arricchite delle prospettive e delle iniziative che anche la Chiese locali devono dare. Così il Custode di Terra Santa padre Pierbattista Pizzaballa, commenta al SIR, i Lineamenta del Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente resi noti oggi alla stampa in Vaticano. C’è bisogno di prospettive e questo deve venire da qui, dalle nostre comunità spiega ancora il Custode per il quale la seconda fase del lavoro è molto delicata e il tempo non è molto. Tuttavia aggiunge non si tratta di riflessioni nuove o mai fatte. Ora serve sedersi e cercare di concretizzare queste riflessioni che da tempo stanno facendo le Chiese. Dalla lettura dei lineamenta, per Pizzaballa, emerge che un tema sensibile dei lavori sarà certamente la comunione ecclesiale. Punto dolens di tutte le chiese cristiane mediorientali, infatti, sono le divisioni, diversi riti, sensibilità, con delle posizioni che non aiutano, se non la comunione, nemmeno un coordinamento maggiore. Questa sarà una delle sfide principali. Altri spunti importanti che potrà fornire il Sinodo è l’avvertire del rischio che la Chiesa mediorientale diventi una chiesa etnica, che difende il proprio popolo, che è bello e vero, ma la testimonianza deve essere quella di una Chiesa calata in una realtà ebraica e musulmana quindi una chiesa forte, presente, non solo dal punto di vista della collaborazione umana, ma anche da quello religioso. Il Sinodo conclude il Custode – è importante perché segna una tappa del cammino delle Chiese mediorientali che si incontrano con il Papa che darà una prospettiva universale. L’auspicio è di avere una parola forte, chiara, di sintesi, con indicazioni concrete fondate nel Vangelo che qui è nato per il futuro delle nostre chiese di Terra santa.Sir