Vita Chiesa
Sinodo: La forza silenziosa dei settimanali
Nella seconda Assemblea sinodale, i settimanali diocesani hanno garantito una narrazione autentica e profonda. Non un’eco di contrapposizioni, ma la testimonianza di una Chiesa viva che, guidata dallo Spirito, continua il suo cammino di comunione

Come potrebbe farsi ascoltare la voce della Chiesa italiana se non ci fossero i settimanali diocesani? È una constatazione resa ancora una volta evidente dalla seconda Assemblea sinodale, che ha visto la scorsa settimana convergere a Roma quasi 1.000 rappresentanti dalle diocesi di tutto il Paese. La narrazione in diretta sulle testate online attraverso la proposta dei testi e degli interventi, l’approfondimento e la riflessione attraverso le voci dei delegati sulle edizioni cartacee hanno permesso a chi fisicamente non ha partecipato a questo evento di poterlo seguire praticamente in diretta. E questo ha consentito di guardare con critico distacco alla cronaca che da parte di certa stampa e di alcuni commentatori è stata data di queste giornate:
letture di parte capaci di soffermarsi su alcune tessere di un mosaico di cui non si è riusciti a cogliere il disegno complessivo.
Certamente l’inevitabile urgenza della tempistica non ha favorito il confronto pre-assembleare ed anche per questo, sulle Proposizioni presentate, non sono mancate le critiche, le osservazioni, le correzioni, la richiesta di approfondire e migliorare i testi prodotti, recuperandone esplicitamente alcune parti nello spirito di dialogo che ha caratterizzato tutto il cammino sinodale. Eppure, tutto questo, mai in chiave di contrapposizione e di rivendicazione personale, quanto piuttosto nella consapevolezza di essere chiamati a essere parte, tutti insieme, di una Chiesa profetica: dove la profezia si concretizza nell’impegno e nella responsabilità personali per essere davvero datori di speranza per tutti i credenti nella fedeltà a cui la Chiesa è chiamata ogni giorno nell’annuncio della Parola.
Nei giorni della seconda Assemblea abbiamo davvero vissuto un’esperienza di comunione ecclesiale: la barca della Chiesa italiana non è andata fuori rotta, ma ha seguito una rotta apparentemente diversa da quella che ci si immaginava. Nulla di sorprendente, però, se ricordiamo che a muovere le vele non sono le braccia degli uomini ma il vento dello Spirito.
“La comunicazione è mettere in comune, tessere trame di comunione, creare ponti senza alzare muri”. Sono parole che Papa Francesco ha rivolto alle testate aderenti alla Federazione italiana settimanali cattolici nel novembre 2023. L’errore di fondo di tanti commentatori esterni è stato pensare che il Sinodo si concluda con l’approvazione delle Proposizioni. Il cammino percorso in questi anni dalla Chiesa italiana, quando verranno approvati i suoi documenti finali, inizierà la fase probabilmente più importante: quella attuativa.
Ogni Sinodo non può “terminare”, proprio perché la Chiesa è Popolo di Dio in cammino nella storia. Per le testate diocesane l’impegno è accompagnare, insieme agli altri media ecclesiali italiani, questa nuova fase del Sinodo per dare voce a “un’informazione affidabile che non punti a stupire ma piuttosto si prefigga di far crescere nei lettori un senso critico che permetta loro di farsi adeguate domande e raggiungere conclusioni motivate”, secondo il mandato affidato loro da Papa Francesco.