Vita Chiesa
Sinodo famiglia: sintesi Circoli Minori, adottare «punto di vista» delle famiglie
In uno dei circoli francesi, moderato dal cardinale Gerald Cyprien Lacroix, si segnala una «certa inquietudine» dei padri rispetto al fatto che i «Modi» prodotti dai Circoli siano tutti compresi nella Relazione Generale, partendo dalla constatazione, emersa durante i lavori di questa prima settimana, che «L’Africa francofona, del Medio e Vicino Oriente, della Francia, della Svizzera e del Canada sono diverse, e le parole della lingua francese non rivestano lo stesso significato da una parte o dall’altra dell’Atlantico o del Mediterraneo». «La pressione religiosa o culturale che si esercita verso i cristiani – si legge nella sintesi – non significa che devono tacere, ma che da molti secoli essi devono affrontare un cammino doloroso». Del resto, il Sinodo è «un’esperienza unica di cattolicità, che non è mai definitivamente acquisita».
Presentare una visione «troppo europea»: è uno dei rischi della prima parte dell’Instrumentum Laboris, segnalato dal Circolo Minore francese moderato dal cardinale Robert Sarah. Due, ha riferito il porporato, le «osservazioni generali» sul testo: presentare spesso «un carattere negativo» della famiglia ed essere contrassegnato ad «una problematica troppo europea, col rischio di vedere le cose attraverso una certa prospettiva». Nel dibattito tra i padri sinodali partecipanti a questo circolo, ha trovato spazio «un’ampia discussione» sulla «teoria del gender», definita «ideologica, specialmente quando è diffusa o imposta da alcune organizzazioni internazionali». Di «gender» si è parlato anche in un altro gruppo francofono, quello moderato da monsignor Maurice Piat, in cui si è ricordato che «queste diverse teorie del ‘gender’ sono state sviluppate in sociologia e in filosofia, ma quando queste teorie diventano degli assoluti tendano a produrre un sistema di ‘pensiero unico’» che «dissolve la famiglia, la parentalità, l’amore umano in ciò che esso ha di più nobile e umanizzante».
Più attenzione alle questioni legate alle migrazioni e alle famiglie «marginalizzate» o escluse. Sono alcune richieste contenute nelle sintesi dei 13 Circoli Minori rese note oggi. Nel Circolo Minore di lingua inglese moderato dal cardinale George Pell, «grande attenzione è stata data alle famiglie che migrano, che richiedono un’ulteriore e speciale generosità della comunità di fede e dei governi per fare il benvenuto a queste famiglie». Nel circolo anglofono moderato dal cardinale Vincent Gerard Nichols, la menzione dei migranti è inserita all’interno delle famiglie «escluse» e «marginalizzate», e a quelle che hanno a che fare con «problemi sociali come alloggi inadeguati, disoccupazione, abuso di droghe».
«L’unico modello di famiglia che corrisponde alla dottrina della Chiesa è quello fondato sul matrimonio tra uomo e donna». È quanto ricorda il Circolo Minore di lingua italiana moderato dal cardinale Francesco Montenegro. Un appello al «realismo pastorale» viene anche dal circolo italiano moderato dal cardinale Edoardo Menichelli, in cui i padri si hanno ricordato tra l’altro che «la pari dignità fra uomo e donna ha radici evangeliche». Di qui la necessità di rilanciare «la realtà della donna e del suo ruolo all’insegna della reciprocità valorizzando l’uguaglianza e la differenza, evitando eccessi e unilateralità», evitando però «i limiti di un femminismo all’insegna della sola uguaglianza che schiaccia la figura della donna su quella dell’uomo e i limiti di quello all’insegna della sola differenza che tenta di allontanare le identità uomo-donna». Nel circolo di lingua italiana moderato dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, si è chiesto di mettere «più chiaramente in luce il carattere ideologico» della «teoria del gender», offrendo alle famiglie «un aiuto per riprendersi il loro originario diritto all’educazione dei figli nel dialogo responsabile con gli altri soggetti educativi».