Vita Chiesa
Sinodo famiglia, p. Lombardi: Papa sottolinea continuità con Sinodo straordinario
Dopo l’intervento del segretario generale del Sinodo, Lorenzo Baldisseri, che ha «rispiegato e messo a punto alcuni aspetti della metodologia del Sinodo», soprattutto per i padri che partecipano all’assise per la prima volta. Papa Francesco – ha riferito il portavoce vaticano – ha fatto notare che «il Sinodo è da vivere in continuità con quello straordinario dell’anno scorso, e che i documenti da ritenere ufficiali sono i due discorsi del Papa, all’inizio e alla fine, e la Relatio Synodi, studiata dal Consiglio del Sinodo e alla quale sono stati aggiunti i contributi giunti tra le due assemblee: così si è ottenuto l’Instrumentum laboris, approvato come documento dei lavori del Sinodo che si celebra ora». Il Papa ha inoltre detto che «ora si continua con l’apporto dei Circoli Minori, che contribuiscono a far procedere i lavori verso la Relazione Finale».
«La dottrina cattolica sul matrimonio non è stata toccata, messa in questione nell’assemblea precedente del Sinodo», nei confronti del quale il Sinodo attuale si pone in continuità. È uno dei «due punti» toccati dal Papa nel suo «breve intervento» alla terza Congregazione generale di questa mattina. Padre Federico Lombardi ha aggiunto che il Papa ha detto che «non dobbiamo lasciarci condizionare e ridurre il nostro orizzonte di lavoro al Sinodo come se l’unico problema fosse quello della comunione ai divorziati risposati o no». L’invito di Papa Francesco, ha proseguito il portavoce vaticano, è quindi a «tener presente l’interezza delle questioni di cui l’Instrumentum laboris dà un’ampia prospettiva».
Già 72 interventi. Nel briefing odierno padre Lombardi ha anche riferito che nelle due Congregazioni generali di ieri hanno preso la parola 72 padri, in rappresentanza di tutti i continenti e di tutte le lingue: 10 dall’America Latina, 7 dall’America del Nord, 26 dall’Europa (Italia compresa), 12 dall’Africa, 8 dall’Asia e Oceania, 6 dal Medio Oriente. Le lingue più utilizzate sono state italiano (23 interventi), inglese (21), francese (15). 7 gli interventi in spagnolo, due in tedesco, uno in portoghese. Nella Congregazione di ieri sera, come di consueto, c’è stata un’ora dedicata agli interventi liberi, alcuni dei quali hanno avuto per oggetto chiarimenti circa la metodologia, quest’anno modificata rispetto ai precedenti Sinodi. La terza Congregazione generale di questa mattina – ha proseguito il portavoce vaticano – si è aperta con l’intervento del segretario generale del Sinodo, Lorenzo Baldisseri, che «ha rispiegato, messo a punto alcuni aspetti metodologici del Sinodo, tenendo conto che una gran parte dei presenti sono nuovi, è la prima volta che partecipano al Sinodo». Poi il «breve intervento» del Papa.
Padre Lombardi ha poi illustrato ai giornalisti i temi principali affrontati dai 72 padri sinodali intervenuti finora: «La rivoluzione culturale epocale che stiamo vivendo e in cui si colloca il lavoro del Sinodo; la riflessione su quale sia il linguaggio appropriato, da parte della Chiesa, per descrivere le situazioni ed evitare l’impressione di un giudizio negativo nei confronti di situazioni e persone», prendendo esempio dal «linguaggio usato dal Papa nelle catechesi, come modo concreto, semplice, chiaro e positivo di parlare della famiglia nel mondo di oggi». «Molti interventi», inoltre, ha riferito il portavoce vaticano, hanno riguardato «la crescita della coppia e della famiglia e l’accoglienza necessaria per aiutare questa crescita». Tra gli interrogativi a cui rispondere, «come la Chiesa può essere comunità accogliente che sostiene le famiglie in difficoltà». Il rapporto tra le generazioni, con l’importanza degli anziani e le «problematiche connesse alle migrazioni», soprattutto da parte dei padri e patriarchi orientali, altri temi del dibattito. Non sono mancati, infine, interventi sulla violenza nelle famiglie e nella società, in particolare sulle donne; il lavoro minorile, le situazioni di difficoltà legate a grande povertà o conflitti, il «matrimonio a tappe» e la poligamia in Africa.
Sulla questione dei divorziati risposati, come su tutto il resto, quello del Sinodo è un «panorama totalmente aperto». Lo ha detto monsignor Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali e della Commissione per l’informazione del Sinodo, intervenuto al briefing di oggi insieme a monsignor Paul André Durocher, già presidente della Conferenza episcopale del Canada. Interrogato dai giornalisti, Celli ha precisato che il discorso sui divorziati risposati «è molto aperto: lo stesso intervento di questa mattina del Papa, che ha ribadito che i documenti di riferimento del Sinodo dello scorso anno sono la Relatio Synodi e i suoi due discorsi, di apertura e chiusura, mantiene aperto l’atteggiamento della Chiesa, con un’attitudine profondamente pastorale, nei confronti dei divorziati risposati». Nello stesso tempo, però, «il Papa ha detto in maniera molto esplicita che il Sinodo non ha come unico punto di riferimento questo: è uno dei punti». «Siamo ancora nella prima parte dell’Instrumentun laboris», ha ricordato Celli: «Gli interventi dei padri sono legati alla prima parte e hanno un taglio molto particolare, non onnicomprensivo». «La visione del Sinodo rimane aperta pastoralmente»; ha precisato Celli, ma «rimane ferma l’affermazione del Papa su quella che è la dottrina cattolica sul matrimonio».
«Se tutto fosse terminato con la Relatio di ieri mattina, che ci stiamo a fare qui?», si è chiesto monsignor Celli, sottolineando che i padri fin qui intervenuti «si sono mossi con un’ampiezza di visione impressionante, che va dall’esperienza delle proprie Chiese fino ad affermazioni di principio». Quello del Sinodo sulla famiglia, quindi, è «un panorama totalmente aperto». «L’insegnamento della Chiesa è un dono per il mondo, non per pochi eletti»; ha fatto notare Durocher, riferendo che al Sinodo «c’è grande unanimità sulla constatazione della crescente distanza tra la visione culturale della vita di famiglia e ciò che la Chiesa propone». Rispetto a questo, «sono possibili differenti reazioni: la prima è enfatizzare l’insegnamento della Chiesa, l’altra è enfatizzare il dialogo con il mondo, per la paura di perdere il contatto con la cultura». In realtà, ha ricordato Durocher, la Chiesa «ha da sempre tenuto insieme la preoccupazione per la conservazione del suo insegnamento e la volontà di entrare in dialogo col mondo».
«Normalmente il Papa non partecipa ai Circoli Minori, ma è libero: oggi pomeriggio vedremo». Così padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede, ha risposto ad una domanda sull’eventuale presenza di Papa Francesco ai Circoli Minori, che cominceranno a riunirsi oggi pomeriggio. A proposito del Papa, che presenzia a tutte le Congregazioni generali con i 270 padri sinodali, il portavoce ha ricordato che, «come è noto, il Papa prende la macchina o viene a piedi alla Segreteria del Sinodo, tutte le volte che c’è una riunione del Consiglio sinodale». Interrogato sui motivi del breve intervento pronunciato durante la Congregazione di questa mattina, padre Lombardi ha risposto che «dopo le precisazioni del cardinale Baldisseri sulla metodologia sinodale, in parte rinnovata, forse si è sentito in dovere di intervenire per far capire che quel procedimento era stato approvato. Il Papa è stato presente a tutte le riunioni in preparazione del Sinodo, e si era già pronunciato in merito, non era il caso che dovesse essere ridiscusso».
«Il Sinodo è tutto meno che un ghetto». «Non siamo ghetto, si respira una Chiesa che è guidata dallo Spirito», e «l‘amore di Dio è difficile incasellarlo». Monsignor Claudio Maria Celli, presidente della Commissione per l‘informazione del Sinodo, ha usato questa immagine rispondendo ad una domanda sull’apprezzamento dei «matrimoni naturali» tra non battezzati, contenuti nella relazione introduttiva letta ieri dal card. Erdő, nella quale si ricordava che «la Chiesa ha sempre riconosciuto l‘esistenza di un vero matrimonio naturale tra due non battezzati». «Nella relazione del card. Erdő non c‘era nulla di non pensato», ha commentato Celli: «Anche nel Sinodo passato si è parlato di questo tema e non è la prima volta che la Chiesa ha visioni più larghe, ricche ed elaborate della comunità civile». Al Sinodo sulla famiglia, in altre parole, «c‘è un respiro di Chiesa», che si traduce in «una visione con delle aperture così ampie». «Tutto c‘è nel Sinodo tranne che una visione di ghetto», ha ripetuto mons. Celli, sottolineando che «questa sintonia, questo apprezzamento, questa vicinanza è una delle cose più belle del Sinodo».