Massa Carrara - Pontremoli

Sinodo: è l’ora della presenza

DI RENATO BRUSCHI

Ed ora è il momento di scrivere il secondo capitolo della storia del Sinodo diocesano. Il quattro ottobre scorso con la solenne indizione è iniziata la fase di preparazione, articolata in momenti di ascolto e dialogo. Ascolto di Dio e della realtà che ci circonda, ma anche dialogo attraverso la preghiera e la riflessione comunitaria.Sono stati mesi di inteso lavoro che hanno spinto la Chiesa diocesana ad una autocoscienza nuova sul proprio mandato e sull’opera di evangelizzazione. Ora dopo fiumi di parole e incontri è venuto il momento di trasformare tutto questo in qualcosa di concreto e funzionante. Se infatti le idee, i pensieri, i progetti pastorali, non si incarnano nella storia, e rimangono soltanto a livello di «pie aspirazioni», non servono a nessuno. Sono come un talk show dove tutti parlano di tutto; alla fine, non cambia nulla e ognuno rimane se stesso.COINVOLGIMENTO GENERALEUn Sinodo è efficace e può veramente rinnovare un’intera comunità diocesana nella misura in cui tutte le componenti ecclesiali e non solo alcuni, si «mettono in cammino» e decidono di impegnarsi per la sua realizzazione. Purtroppo fino ad oggi, va detto, la sensazione è che non tutte le componenti della Chiesa vivano con entusiasmo questo «tempo di grazia», anzi per alcuni appare uno spreco di energie, una «operazione calata dall’alto», senza alcun aggancio con la realtà. Quello che è successo in tante diocesi italiane, anche vicine alla nostra, sta lì a testimoniarlo.Eppure i problemi sul tappeto sono tanti: giovani sempre più lontani dalla Chiesa, perdita «silenziosa» della fede, dilagare della mentalità relativista, intolleranza, paura del futuro, assenza di punti di riferimento, ecc. ecc. UNA CHIESA SANTA Alla Chiesa si chiede di essere più presente, di interagire con il territorio, ma anche di esprimere la sua «santità», di avere ministri all’altezza delle sfide del nostro tempo, di non rinunciare al suo ruolo di guida e di «presenza forte» nella società globalizzata. I risultati delle «schede di ascolto», recentemente pubblicati, al riguardo, sono davvero illuminanti.Ma allora che fare? Questa è l’occasione giusta per cambiare in profondità. Le parrocchie, tutti i fedeli, sono chiamati a rendersi visibili, a far sentire la loro voce attraverso lo strumento delle «commissioni locali del sinodo»: organismi di rappresentanza, legittimati a far da cassa di risonanza ai problemi e alle proposte che arrivano dalla «base». Da esse verranno scelti e inviati i «sinodali» che porteranno nell’Assemblea i contributi delle comunità che rappresentano.In questi mesi la commissione preparatoria ha lavorato con alacrità per elaborare un Regolamento il più trasparente possibile. Si tratta di poche pagine che condensano decine di incontri e discussioni su come rendere il Sinodo uno strumento fluido e efficace di rinnovamento. Il punto più delicato è stato quello di individuare un meccanismo elettorale che fosse praticabile nelle nostre comunità, e, al tempo stesso, rappresentativo della complessità territoriale, culturale e religiosa della diocesi. Tra le varie proposte che erano arrivate in commissione ha prevalso quella che qualcuno ha eufemisticamente ribattezzato «a cerchi concentrici»: un’assemblea interparrocchiale per costituire la commissione locale, e la commissione per eleggere al suo interno il rappresentante o i rappresentanti del collegio.LA DIOCESI IN 64 COLLEGI Si è proceduto quindi alla suddivisione della Diocesi in 64 collegi tenendo conto della popolazione residente e della prossimità geografica. È vero che in alcuni casi gli «accorpamenti» non hanno seguito il criterio pastorale (comunità affidate ad un unico sacerdote), ma è pur vero che il Sinodo è anche l’occasione per superare sterili campanilismi: mettere insieme persone di comunità diverse è già un buon inizio.Ora la «palla», come si dice, passa ai responsabili e agli operatori pastorali della comunità: a loro l’impegno di sensibilizzare, coinvolgere, spronare, i fedeli, ma anche di credere per primi che tutto questo è un dono del Signore Risorto.

SINODO DIOCESANO