Massa Carrara - Pontremoli

SINODO DIOCESANO: Riscopriamo la comunità

di FERNANDO MOSTI

Mi piace dire che il Sinodo è tutto il popolo di Dio, in tutte le sue componenti, che è stato chiamato a prendervi parte attraverso i propri delegati. Il Sinodo è pertanto un gesto di fiducia nel «popolo di Dio», nel quale opera e agisce lo Spirito Santo. E con questo sentimento ho preso parte all’«Assemblea sinodale» sul primo punto dell’Instrumentum laboris: «La Chiesa Comunità dei Chiamati». Dopo la preghiera iniziale, guidata da don Luca Franceschini, il Vicario generale, padre Dario Ravera ha esposto il calendario e l’organizzazione dei lavori dei prossimi mesi. Il Vescovo, monsignor Eugenio Binini, ha quindi ringraziato i sinodali, per la loro presenza, per le riflessioni e proposte che offriranno, per l’evento di cui ora viviamo il momento culminante. Ha quindi indicato sottolineature profonde e incisive su alcuni temi: evoluzione e creazione…; la chiamata alla santità, l’ordinarietà della vita cristiana irradiata da di Dio che è il Santo…; vita, fede e santità perché tutti siano salvi…; siamo esseri vitali che nella pienezza di Dio diventa Unità.

Interventi mirati

Il moderatore Antonio Ricci ha quindi dato la parola al relatore Paolo Zaccagna, che ha illustrato il lavoro della prima Commissione. Sono seguiti gli interventi dei sinodali che in questa prima fase di assemblee hanno valore di indicazioni e suggerimenti da sottoporre alle commissioni competenti. Ha inziato Gualtiero Sollazzi, parlando della «Chiesa del grembiule» (ti ringrazio Gualtiero ma inconsapevolmente Tu mi hai riportato nel Dicembre del 1992 sulla nave «Viburno» nella rotta Ancona-Spalato, in viaggio verso Sarajevo con il Vescovo Tonino Bello); quindi don Andrea Forni, sulla vocazione della famiglia; Riccardo Vergassola, sulla catechesi; don Severino Pizzanelli, sulla visibilità della comunità dei chiamati; Daniela Scarponi, sul rapporto tra scelte vocazionali e famiglie; don Pietro Pratolongo, sulla necessità di rendere più esplicito il modello antropologico cristiano; Guido Pardini, sull’ordinarietà della laicità; padre Simone Desideri, sul tema scottante dei «senza voce»; Igino Lanforti, per un rilancio della Scuola teologica diocesana; Mario Bracci, sulla centralità della parrocchia; Almo Puntoni sulla vocazione dei ministri ordinati e sui consgli evengelici; Luca Lazzarini sull’impegno sociale e politico; e per finire Ernesto Benedetti, sulla coerenza del cristiano. Non poteva finire meglio!Chiudendo la prima giornata di lavori, il Vescovo ha donato all’Assemblea una bellissima lezione su profezia e coraggio.

Lo Spirito è il vero protagonista

Cosa dire di questa prima giornata? Che è proprio lo Spirito Santo il protagonista misterioso e potente di certi eventi: lo abbiamo implorato per mesi nella preghiera personale e comunitaria, lo abbiamo invocato insieme a don Luca nella preghiera iniziale. E per questo dobbiamo ringraziare di cuore quanti, comunità di clausura, conventi, gruppi di spiritualità, parrocchie e singoli fedeli, hanno con assiduità implorato il dono dello «Consolatore»: il Sinodo è prima di tutto opera sua. «Benché fossero tanti la rete non si spezzò». Forse è questo l’augurio che possiamo farci come Chiesa: anche nei momenti drammatici del dolore o della notte, la comunità non «si spezzi», non c’è niente di più brutto per un parroco, per un Vescovo per una Chiesa, che la divisione.L’Eucaristia è risposta anche a questo, alla rete che si spezza talvolta. L’Eucaristia è la rete che non si spezza, perché c’è il Signore, che dice «venite a mangiare».

Rivalutiamo le campane

Al riguardo mi viene da lanciare una proposta: rivalutiamo le campane che dicono gratuitamente, ma intensamente «venite a mangiare». Sono l’appello di un Dio che vuole invitarci al Banchetto perché è in un banchetto che il Signore avvolge d’amore la sua comunità. La giornata si conclude e mi trovo al riparo dalla pioggia sotto una pensilina di piazza Matteotti a Massa, con una gomma forata da sostituire e mi è ugualmente caro invocare l’intercessione dei Santi, dei Beati e dei Venerabili della nostra Chiesa di Massa Carrara-Pontremoli: da San Francesco Fogolla di Mulazzo, al Venerabile Angelo Paoli di Casola, insieme a innumerevoli altre figure di vescovi, sacerdoti, religiosi, laici, essi sono un punto di riferimento per una vita di Comunità generatrice di santità nelle svolte della storia, capace anche oggi, mediante la santità, la coerenza e la testimonianza evangelica, e fare, con l’aiuto del Signore, «una storia di Pace».