Vita Chiesa

SINODO DEI VESCOVI: IL PRIMO APPLAUSO A MURESAN, CHE HA RACCONTATO LE PERSECUZIONI DELLA CHIESA IN ROMANIA

“Quante sante messe celebrate clandestinamente in un cucchiaio a posto del calice e con il vino fatto di qualche chicco d’uva trovato sulla strada; quanti rosari confezionati su un filo con qualche pezzo di pane; quante umiliazioni, quando durante l’inverno a meno di 30° erano svestiti a pelle nuda per la perquisizione; quante giornate passate nella famosa stanza nera, come pena perché furono scoperti nella preghiera. Mai, nessuno lo saprà”. A ricordare i “martiri moderni” del XX secolo, che “hanno offerto tutta la loro sofferenza al Signore per la dignità e la libertà umana”, è stato mons. Lucian Muresan, arcivescovo metropolita di Fagaras e Alba Julia dei Romeni e presidente della Conferenza episcopale, che ha ricevuto l’unico applauso – fino ad oggi, 6 ottobre – del Sinodo dei vescovi. Ricordando i sacerdoti (e i laici) messi in carcere “solo per essere cattolici” durante il regime comunista, il vescovo ha ricordato che nel famoso periodo della “rieducazione” e del “lavaggio del cervello” nelle carceri della Romania, “per compromettere i sacerdoti,per ridicolizzare l’Eucaristia e per distruggere la dignità umana, i persecutori li hanno obbligati a celebrare con degli escrementi, ma non sono riusciti a togliere loro la fede”. Oggi, dopo la caduta del regime comunista, ci sono in Romania “piaghe” come “l’aborto, l’abbandono dei bambini, la corruzione, l’immigrazione”: eppure c’è “fame” del pane eucaristico, visto che partecipano alla messa l’80% dei fedeli: anche se la chiesa cattolica in Romania è “minoritaria” (12%); ha detto mons. Muresan, “insieme con i nostri fratelli ortodossi cerchiamo di rimarginare queste piche. Il comunismo ha promesso all’uomo il paradiso sulla terra, ed è riuscito a distruggere la coscienza dei nostri popoli dell’Est europeo; adesso per rifarla c’è bisogno di molto tempo”. Sir

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