Vita Chiesa

Sindone: conclusa l’ostensione, la porta centrale del duomo si è chiusa

Hanno concelebrato il vescovo ausiliare monsignor Guido Fiandino, il vicario generale della diocesi monsignor Valter Danna, con 50 sacerdoti della diocesi di Torino. Presenti il sindaco di Torino Piero Fassino, il vicesindaco Elide Tisi, presidente del Comitato organizzatore dell’Ostensione, Maurizio Baradello, direttore del Comitato, il prefetto Paola Basilone e le autorità civili e militari. Numerosi i fedeli in Duomo e sul sagrato, che hanno potuto partecipare alla Messa grazie ai maxischermi. Al termine della celebrazione l’arcivescovo ha impartito la solenne benedizione papale con l’indulgenza plenaria. Dopo di che la porta centrale del Duomo si è chiusa.

Torino «continui a credere in se stessa e a promuovere strategie aperte al futuro, senza timore di non farcela, ma con la certezza, animata dalla fede cristiana e dall’impegno laico insieme, che tutto diventa possibile quando si uniscono le forze», ha detto l’arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, nell’omelia della Messa. L’arcivescovo ha dapprima richiamato «il coraggio della testimonianza». «Anche oggi – ha affermato – non dobbiamo temere, come cristiani, di manifestare apertamente e pubblicamente la nostra fede e i valori umani e civili che da essa discendono, non chiudendoci in noi stessi e nei nostri luoghi o circuiti protetti, ma uscendo per incontrare le periferie esistenziali di ogni uomo e per proporre con coraggio il Vangelo come via alternativa. Tocca anche a noi tutti, nel nostro ambito di lavoro, accogliere l’invito di papa Francesco ai giovani: siate coraggiosi nell’andare controcorrente nei confronti di una certa cultura disimpegnata, edonista e consumistica, che propone delle bolle di sapone come fossero valori e vende pezzi di vetro come fossero diamanti belli e affascinanti, mentre invece non fanno che stemperare i vostri ideali e i vostri sogni e rendono deboli e incerti nel lottare con forza uniti per un domani diverso, sia sotto il profilo umano che sociale e culturale».

Poi una riflessione sulla Sindone, che «ci insegna a non estraniarci, come cristiani, dalla storia di sofferenze e di lacrime che inonda la vita delle persone e spesso ne travolge i sentimenti e l’esistenza, ma innesta in noi un ‘di più’ di speranza che, proprio dai patimenti dell’uomo della Sindone, ci viene trasmessa: quella di credere fermamente che il male e la menzogna, l’ingiustizia e la violenza non avranno mai l’ultima parola».

Quindi, il presule ha rivolto «un grande ‘grazie’» a quanti hanno contribuito all’Ostensione «con il loro generoso sacrificio, intraprendenza, umile servizio e soprattutto dolcezza e fraternità». Il pensiero di Nosiglia è andato ai volontari, al servizio d’ordine e di assistenza, e «in particolare all’iniziativa dell’‘Accueil’ per i malati e disabili e ai numerosi giovani venuti anche per celebrare i 200 anni della nascita del loro Santo patrono, Giovanni Bosco».

«La diocesi e la città hanno saputo mostrare il loro volto più umano e spirituale, di cui sono ricche», ha aggiunto, ricordando pure la visita di Papa Francesco, con la testimonianza «dei gesti, che spesso parlano più delle parole». Infine, l’invito a «guardare avanti con fiducia», senza rassegnarsi «a quel diffuso scetticismo che accentua le divisioni e costruisce muri invece di ponti», e a salvaguardare «l’anima di questa città, che risiede in quel grande tesoro di spiritualità e di cultura insieme che i nostri Santi e Beati ci hanno trasmesso e consegnato e va ritrasmesso e riconsegnato integro alle nuove generazioni».