Toscana

Simoncini: «Salvare Prato vuol dire rilanciare l’economia toscana»

La scorsa settimana la giunta regionale ha infatti finanziato con 200 mila euro tre iniziative pilota presentate dalla Camera di Commercio: uno studio sulle imprese, il welfare di distretto che consentirebbe di offrire servizi e convenzioni ai lavoratori alleggerendo la pressione fiscale (anche per le aziende) e una rete di di servizi per le aziende più piccole e meno attrezzate sul fronte dell’export. «Lunedì – annuncia l’assessore – porterò in giunta un altro progetto a supporto del cardato». C’è poi il progetto speciale che la Regione ha messo in campo di concerto con le associazioni di categoria, le cui priorità per i prossimi due anni saranno definite dalla giunta a luglio.

Un piano nazionale per sostenere ripresa e sviluppo – La crisi morde e la Toscana fa la sua parte: per affrontare le non poche crisi aziendali e soprattutto per sostenere ripresa e sviluppo. «Ma non basta – dice l’assessore –. La Regione da sola non può farcela e serve una politica nazionale». A Prato oggi c’era anche il sottosegretario Fassina. «Al governo – spiega meglio – chiediamo una svolta e tre cose: riduzione della pressione fiscale, sostegno all’accesso al credito per le imprese e politiche per la competitività. In aggiunta a quello che già facciamo noi».

Imprese artigiane tra le più colpite – Le imprese piccole e piccolissime, che costituiscono il 98% del tessuto produttivo toscano ed occupano il 70% dei lavoratori, sono le più colpite dalla crisi, anche se sono quelle di cui si parla di meno. E questo vale anche per Prato. Simoncini cita un dato: a metà del 2012 le aziende artigiane di tutta la Toscana sono scese sotto quota 10 mila, 1534 unità in meno rispetto a sei anni prima. A Prato il primo trimestre del 2013 si è chiuso con una contenuta flessione, più accentuata nel tessile (-2,1% di aziende) e con segnali di rallentamento anche tra le imprese cinesi. Chiudono in particolare le aziende edili (-4,8%) e sopratutto quelle piccole e piccolissime. Vanno bene invece le aziende che puntano su qualità e innovazione e su questo fronte, per l’assessore, occorre spingere e lavorare.

Seicento milioni in due anni – Solo negli ultimi due anni la Regione ha messo a disposizione del sistema delle imprese di tutta la Toscana 597 milioni. «Negli ultimi quattro il 70% è stato destinato a ripresa e sviluppo – ricorda Simoncini – . Altri 233 milioni sono stati impegnati per fondi di garanzia e interventi di ingegneria finanziaria che hanno attivato investimenti per dieci volte tanto». L’elenco è lungo: dagli aiuti su ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico agli incentivi per internazionalizzazione o le assunzioni. Entro l’estate uscirà un nuovo bando per le reti di impresa, che si aggiunge ai due passati. Cento progetti di pmi sono stati finanziati a maggio con oltre 3 milioni. E poi c’è il sostegno al credito e la compartecipazione, dal 2010, al finanziamento degli ammortizzatori in deroga per 75 milioni. Perché crisi vuol dire anche emergenza occupazionale e «forte è l’impegno della Regione – conclude Simoncini – per garantire la tenuta sociale». Anche se, tutto sommato, la Toscana va da questo punto di vista meglio di altre regioni e Prato dimostra numeri migliori della media regionale.