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Silenzio a caro prezzo, eppure c’è chi ne ha da vendere

di Umberto FolenaPrima due pagine tutte bianche sui quotidiani, un abisso di vuoto, una voragine d’assenza. Poi lo spot: 45 secondi di silenzio. È la nuova campagna che l’agenzia Young & Rubicam ha realizzato per Telecom (con la «c», non la «k», per carità) Italia. L’apologia del silenzio «per riflettere – recita la nota ufficiale – sul valore della comunicazione». Verrebbe voglia di prenderli sul serio e cominciare a usare il telefono solo per comunicare. Non per fare vaniloquio o chicchiericcio. Ma vera comunicazione mirata: se parli a tuo cugino, lìmitati a lui e non rompere le scatole al resto della carrozza ferroviaria, quindi sii breve e bisbiglia. Ma la voglia di polemica svanisce, di fronte all’elogio del silenzio. E viene voglia di tirare le debite conclusioni.

Sì, la campagna promuove il silenzio. Quel che i creativi della Young & Rubicam hanno capito adesso, dopo aver studiato la gente, è quello che noi, essendo la gente, sappiamo da sempre: siamo assillati, distrutti, demoliti dal rumore, dall’ansia di riempire tutti i vuoti possibili, dall’imperativo che ci comanda di non fermarci né tacere mai. Attorno a noi c’è una domanda assillante di silenzio? Ecco che spunta l’offerta e il silenzio diventa merce. Sì, ci venderanno il silenzio. Come in questo apologo istruttivo. Un bar. Da una parte dei giocatori di tressette concentrati nella partita. Dall’altra dei giovanotti intenti ad ascoltare musica fracassona al juke-box. La musica disturba i giocatori che chiedono al barista di fare qualcosa. Il barista, da buon commerciante, è di fronte a un dilemma: se toglie la musica perde i clienti giovani, se la lascia perde i giocatori. Il problema è il silenzio. Richiesto. Domanda? Offerta! Il barista inserisce nel juke-box un nuovo disco: vuoto. Silenzioso. Chi vuole il silenzio se lo compra.

La Chiesa a questo punto avrebbe un colossale vantaggio: ha specialisti in silenzio con esperienza millenaria. I monaci, ad esempio. Con la montante domanda di silenzio potrebbero arricchirsi a dismisura. Solo che loro lo daranno via gratis, il silenzio. In regalo. E questa è la riprova che la Chiesa e la società ipermercantile non hanno nulla da spartire.