Vita Chiesa
Siena, con Caterina nel nome della pace
Alla presenza del cardinale Vinko Pulijc, arcivescovo di Sarajevo e presidente delle Celebrazioni di quest’anno, del priore generale dei Caterinati, professor Paolo Nardi, delle associazioni di volontariato, delle autorità cittadine dei tamburini, degli alfieri delle diciassette Contrade e di molti partecipanti, dalla città della Mantellata di Fontebranda si è dunque implorata nel nome di Santa Caterina la pacificazione tra tutti i popoli del mondo. «Le celebrazioni di quest’anno ha osservato l’arcivescovo, monsignor Antonio Buoncristiani a causa della difficile situazione politica internazionale che stiamo vivendo e in coerenza con quanto ci è insistentemente richiesto dal Papa, vogliono essere caratterizzate dall’invocazione del dono della Pace, seguendo l’esempio di Caterina che insistentemente percorre e indica le strade della pacificazione, attraverso la ricerca dell’umiltà, dello spogliarsi delle proprie ragioni e diritti e del perdonare. La pace della Patrona d’Italia e d’Europa, anche se ha le connotazioni del suo tempo, ha come caratteristica attuale quella di non dimenticare la verità sulla persona umana, un fondamento dal quale non si scosta mai sia nel suo pensare, come nel dettare, operare e pregare».
«Vorrei sottolineare ha spiegato ancora monsignor Buoncristiani la nostra urgenza di fede di pregare per la pace che è la più profonda aspirazione dell’umanità che nel corso della sua storia non è mai riuscita a realizzare. Si deve pregare Dio, perché solo Lui può concedercela perchè nell’annuncio che Cristo ci ha portato ci sono le fondamenta di una riconciliazione universale che esclude la condanna della guerra fratricida. La guerra non è mai una soluzione ultima e definitiva perché come diceva Caterina il vero ricorso non è nelle contese giuridiche e nelle armi, ma nei pianti e nelle preghiere».
A monsignor Buoncristiani ha poi fatto eco il sindaco di Siena, Maurizio Cenni il quale ha sottolineato come «il difficile e drammatico avvicendarsi della storia di questi primi anni del nuovo millennio ci faccia riflettere sempre più sulla figura, sul ruolo, sul pensiero e sull’azione della grande Santa di Fontebranda». «Ella ha spiegato il primo cittadino da sette secoli ci richiama infatti all’impegno, all’amore e alla solidarietà. L’invito alla pace invocato da Caterina deve essere recepito da noi con passione e rinnovato impegno. Dalla tragedia americana, al dramma afgano, alla guerra israelo-palestinese, i fatti degli ultimi mesi hanno aumentato la cpnsapevolezza delle comunità internazioni che la ricerca della pace ha un valore fondante come lo aveva per Caterina Benincasa. Il suo coraggio ancora oggi costituisce un concreto insegnamento per noi come per gli uomini del Suo secolo.Il desiderio di unità, di pace, di amore e di giustizia di Caterina deve dunque rappresentare per noi e per tutti gli uomini del nostro tempo un fuoco da alimentare costantemente e una luce di speranza che può orientare e scandire la nostra travagliata quotidianità».
Al termine della cerimonia si è poi snodata la tradizionale processione, guidata dai tamburini e dagli alfieri delle diciassette Contrade, verso la Basilica di San Domenico dove si è tenuto il solenne pontificale durante il quale il cardinale Pulijc in maniera egregia si è soffermato sulla grande attualità del messaggio spirituale e sociale della patrona d’Italia e d’Europa. Poi, nel pomeriggio, le celebrazioni cateriniane si sono concluse in Piazza del Campo, dove, dopo il saluto del rappresentante del Governo italiano, ministro per i rapporti con il Parlamento onorevole Carlo Giovanardi, il quale ha invitato in particolare il mondo politico ad ispirarsi all’insegnamento della patrona d’Italia e d’Europa, il cardinale arcivescovo di Sarajevo ha impartito la benedizione a Siena, all’Italia e all’Europa con la reliquia di Santa Caterina. Durante i festeggiamenti sono stati raccolti fondi per la Diocesi di Sarajevo gemellata dal 1997 con la Chiesa che vive in Siena.