Toscana

SIENA: CHIUSA INCHIESTA ‘BUCÒ ATENEO, 18 INDAGATI ANCHE EX RETTORI

(ASCA) -  La Procura di Siena ha chiuso l’inchiesta sul cosiddetto ‘bucò nel bilancio dell’Università, notificando 18 avvisi di conclusione indagini. L’inchiesta, avviata a fine 2008 e condotta dalla Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, vede tra gli indagati anche ex rettori, direttori amministrativi, revisori dei conti. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono quelli di falsità ideologica in atti, abuso di ufficio e peculato. Gli indagati sono accusati a vario titolo, spiegano in una nota Procura e Guardia di Finanza, di “aver gonfiato i bilanci per far apparire sano lo stato di salute dell’Istituzione, contabilizzando residui attivi inesistenti, per decine di milioni” e di “aver sottratto, anche per scopi personali, beni e denari pubblici contribuendo, in tal modo, a svuotare le casse dell’Università”. L’inchiesta condotta dai Pm Antonio Nastati e Aldo Natalini (che si è sviluppata con acquisizioni documentali, controlli incrociati, perizie tecniche, intercettazioni telefoniche e interrogatori) è stata chiusa il 10 novembre e vede indagate 18 persone e non 23 come riportato nei giorni scorsi da alcuni organi di stampa. La posizione degli altri indagati, spiegano Procura e Fiamme Gialle, “é stata separata, è ancora al vaglio dell’Autorità giudiziaria ed è coperta da segreto investigativo”. La procura “nello stigmatizzare la violazione del segreto investigativo che ha caratterizzato ripetutamente la presente indagine, anche in fase di estrema delicatezza e importanza e da ultimo in relazione ad avvisi non ancora depositati e a posizioni ancora pendenti”, è “consapevole dell’importanza della libertà di stampa, costituzionalmente tutelata, e dell’interesse pubblico alle notizie correlate” alla vicenda. Allo stesso tempo, però, “sottolinea che non può essere violato il segreto investigativo e che la violazione di detto segreto non può non essere accertata, anche in ragione del fatto che spesso la pubblicazione di notizie e di fatti coperti da segreto nuoce irrimediabilmente all’attività di indagine”.