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SICUREZZA, NAPOLITANO FIRMA LA LEGGE MA IN UNA LETTERA A GOVERNO E CAMERE ESPRIME PERPLESSITA’

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha firmato la legge sulla sicurezza approvata dal Parlamento il 2 luglio scorso («Disposizioni in materia di pubblica sicurezza»), «ritenendo di non poter sospendere in modo particolare la entrata in vigore di norme, ampiamente condivise in sede parlamentare, volte ad assicurare un più efficace contrasto – anche sul piano patrimoniale e delle infiltrazioni nel sistema economico – delle diverse forme di criminalità organizzata». Ma, come recita un comunicato del Quirinale, sottolinea tuttavia che “suscita perplessità e preoccupazioni l’insieme del provvedimento che, ampliatosi in modo rilevante nel corso dell’iter parlamentare, risulta ad un attento esame contenere numerose norme tra loro eterogenee, non poche delle quali prive dei necessari requisiti di organicità e sistematicità”. In particolare, il capo dello Stato rileva “la presenza nel testo di specifiche disposizioni di dubbia coerenza con i principi generali dell’ordinamento e del sistema penale vigente”. Per questo “ha ritenuto di richiamare l’attenzione del presidente del Consiglio e dei ministri dell’Interno e della Giustizia per le iniziative che riterranno di assumere – si legge ancora nella nota del Quirinale – anche alla luce dei problemi che può comportare l’applicazione del provvedimento in alcune sue parti”. “La lettera, ampiamente argomentata – conclude la nota – è stata inviata, per conoscenza, anche ai presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati”.