Livorno

Siate espressione di una chiesa accogliente

Monsignore, com’è andato l’incontro con Papa Francesco?«Benissimo. È stato molto bello. È un uomo particolare, che sa metterti subito a tuo agio e soprattutto che ti ascolta davvero. È straordinario anche come noti e si ricordi dei particolari nei volti delle persone… pensando a quanta gente incontra è davvero una dote incredibile.Mi ha rivelato che già conosceva Livorno e la Toscana, infatti la sua mamma aveva dei parenti a Montecatini, a Pescia. Ha voluto conoscere la situazione della nostra Diocesi: gli ho fatto un excursus storico per raccontargli come la città si sia progressivamente laicizzata, ma come restino ancora forti la religiosità popolare ed il culto mariano. Ho raccontato di come questo possa rappresentare una grande risorsa per il nostro territorio e di come questa devozione a Maria abbia portato alla richiesta di installare la grande statua della Madonna dei Popoli all’ingresso del porto. Ho anche detto al Papa di come, nonostante la richiesta di realizzare la statua sia arrivata dalla gente del porto, ci siano stati dei contrasti e degli ostruzionismi da parte di qualche gruppo e lui sapete cosa mi ha risposto? Mi ha detto: “Chi non vuole Maria come mamma, poi ce l’avrà come suocera!”. È anche simpatico!» Ma davvero verrà a Livorno a marzo prossimo?«Sempre a proposito della Madonna dei Popoli mi ha chiesto quando l’avremmo inaugurata. Gli ho risposto con tutta probabilità a Maggio prossimo e lui quasi quasi sarebbe venuto in quella data!! Poi gli ho spiegato che forse non saremmo riusciti in un mese ad organizzare la sua visita e allora siamo rimasti d’accordo che gli avrei inviato una lettera ufficiale per concordare una data nel 2014 quando saranno proprio i 450 anni della proclamazione della Beata Vergine di Montenero come patrona principale di Livorno, magari proprio il 19 Marzo per ricordare la visita di Giovanni Paolo II». Le ha dato qualche consiglio?«Mi ha raccomandato i giovani perché non perdano mai la speranza e mi ha suggerito di attuare sempre una pastorale dell’accoglienza: non solo verso i più deboli, i più poveri, i più lontani, ma verso tutti. La Chiesa -mi ha detto- deve essere madre, deve saper ascoltare le persone e amarle, anche quelle che hanno sbagliato, come fa una mamma». E poi?«E poi, dopo avermi incoraggiato a continuare la mia missione, strano ma vero, mi ha chiesto consiglio lui! Ha voluto sapere se secondo me aveva iniziato bene il suo Ministero petrino, cosa doveva cambiare, migliorare, ecc.  Sinceramente io gli ho risposto che il suo ministero lo aveva iniziato proprio bene, soprattutto con quei suoi gesti profetici e con le sue parole semplici che hanno saputo conquistare subito la gente. Mi ha detto che vuole esercitare il suo Ministero in collaborazione con i Vescovi, con una maggiore collegialità e le nomine che ha fatto in questi giorni mi sembra ne siano proprio l’espressione».