Dopo la volontaria rinuncia di don Stefano Serafini, anche l’esperienza pastorale di don Claudio Desii coparroco al Duomo di Pontedera si è conclusa. Ne dà ragione lo stesso arcivescovo in questa lettera inviata a don Claudio Desii lo scorso 2 febbraio e che pubblichiamo integralmente.«Carissimo don Claudio, in queste settimane ho pensato intensamente a te, a don Stefano e alla parrocchia del Duomo di Pontedera, dove vi avevo mandato come co-parroci, con tanta gioia e speranza, per iniziare una nuova esperienza pastorale aperta anche ad una prospettiva di collaborazione e di integrazione con le altre parrocchie della città. Purtroppo, con molta sofferenza, devo riconoscere ed accettare che questa esperienza, per una serie di motivi che a caldo è difficile decifrare, è fallita. In questi giorni ho ascoltato tante voci, ho ricevuto tanti messaggi a voce e scritti che mi hanno fatto riflettere intensamente sulla mia responsabilità di pastore di questa Chiesa pisana, cercando di non farmi in alcun modo influenzare e condizionare nella decisione che ora ti comunico, convinto che l’accetterai in spirito di obbedienza e di disponibilità.Pertanto ti comunico che anche la tua presenza e il tuo servizio pastorale alla parrocchia del Duomo sono terminati. Per sanare il clima di divisione, di contrapposizione e di disagio, occorre ora un nuovo pastore che, super partes sappia, con prudenza e discernimento, ricostruire pace, concordia e soprattutto speranza di un futuro di gioia.So di deludere tanti parrocchiani che avevano posto fiducia e speranza in voi due e nel vostro procedere insieme in un cammino di rinnovamento; sono pienamente cosciente che questo provvedimento potrà essere doloroso, ma la comunità parrocchiale saprà far tesoro di tutto il bene che avete seminato in questi tre anni con amore e totale dedizione e potrà continuare il suo cammino nella consapevolezza che nulla va perduto quando si serve, nel nome di Cristo e della fede in Lui, la Sua chiesa. Siamo tutti servi inutili; gli uomini passano e, lasciando il segno del loro passaggio, aprono orizzonti nuovi a chi riceve il testimone.Vorrei invitare i parrocchiani ad accogliere nella fede e in un autentico spirito ecclesiale questa decisione tanto sofferta, ma che è, purtroppo, l’unica via percorribile per una testimonianza di corresponsabilità e di riconciliazione, a cui tutti porteranno il loro contributo convinto e solidale. Ti ringrazio di tutto e ti abbraccio».