Toscana

Sì alle unioni di fatto. E il centrosinistra si spacca

di Simone PitossiAlla fine di un dibattitto durato tre ore il Consiglio regionale ha dato la sua benedizione alle unioni di fatto. La maggioranza di martedì scorso non è stata però schiacciante: solo 21 a 15. E ha creato non pochi mal di pancia soprattutto nel centrosinistra che governa la Regione. Infatti, tutti e sei i componenti del gruppo della Margherita hanno votato contro la proposta di legge al Parlamento che intende regolare la materia delle unioni di fatto presentata da Pieraldo Ciucchi (Sdi).

Il resto della maggioranza – Ds, Sdi, Verdi con l’appoggio di Rifondazione comunista e il Pdci che non ha partecipato – ha votato compatta per l’approvazione. Anche nell’opposizione di centrodestra, per la verità, ci sono state due defezioni. Al momento del voto, Anna Maria Celesti (Forza Italia) è uscita dall’aula, chiaro segnale di disaccordo dalle indicazioni di voto del proprio gruppo. La seconda defezione, molto più evidente, è stata quella del capogruppo di Alleanza nazionale. La sinistra ha votato due emendamenti presentati da Maurizio Bianconi – sulle conseguenze dei quali poi si è aperto un giallo – e lui, lasciando libero il gruppo di An, ha votato a favore della legge Ciucchi. Il giallo riguarda l’emendamento all’articolo 2 che prevede nell’accordo dell’unione di fatto – pena la nullità – la «volontà di regolare la propria unione secondo quanto previsto nella Costituzione circa i principi fondanti della famiglia, pur senza volersi congiungere in matrimonio». Questo farebbe fare una parziale retromarcia (negata però da Ciucchi) al provvedimento: dall’accordo verrebbero escluse le unioni tra persone delle stesso sesso. Tutti gli altri – l’Udc compatta, e i restanti consiglieri di An e Forza Italia – hanno votato contro.

La proposta di legge di Ciucchi si rivolge al Parlamento, come previsto nella Costituzione italiana per quanto riguarda l’iniziativa legislativa dei Consigli regionale. E prevede norme per facilitare il diritto all’abitazione, per il lavoro e la previdenza, per l’assistenza e le decisioni in caso di morte, per facilitazioni di accesso a servizi socio–assistenziali. Il Consiglio ha scelto, tra i due rami del Parlamento, che la legge arrivi alla Camera. Dove – ha commentato uno dei consiglieri contrari al provvedimento – la legge non ha nessuna possibilità di passare considerata la maggioranza schiacciante della Casa delle libertà. E allora perché si è voluto a tutti costi votare questa legge? Per effettuare «una fuga in avanti» come l’hanno definita Zirri (Forza Italia), Carraresi (Udc) e Monaci (Margherita). Insomma, per forzare la mano al dibattito sullo Statuto regionale. Un punto chiave, all’articolo 4, riguarda infatti proprio la famiglia e la sua definizione. E qui Monaci è stato chiarissimo e deciso. «L’approvazione di questa proposta di legge – ha detto il capogruppo della Margherita – pregiudica il lavoro del Consiglio sullo Statuto. La scelta fatta, senza il nostro consenso e senza una preventiva valutazione sull’opportunità del provvedimento da parte della maggioranza, non può che essere portatrice di divisioni e di un grave allontanamento da ogni ipotesi di mediazione».

A rischio non c’è solo lo Statuto. Ferma in Consiglio in attesa di dibattito, c’è anche una delibera della Giunta proposta da Angelo Passaleva che prevede contributi per l’acquisto della prima casa a coppie sposate o che si sposeranno oppure a coppie di fatto che abbiano un bambino. La distanza tra questa delibera e la proposta di legge è evidente: il provvedimento di Ciucchi non prevede la presenza di un figlio per ottenere facilitazioni per la prima casa. Il percorso si presenta quindi accidentato.Ma questa seduta del Consiglio, si è caratterizzata anche per due consiglieri della sinistra che si sono dichiarati «credenti» e che hanno fondato su questo il loro voto a favore. Si tratta di Fabio Roggiolani, capogruppo dei Verdi, e Giovanni Barbagli, capogruppo di Rifondazine comunista. «Come credente – ha detto quest’ultimo – reputo che il provvedimento risponda alle mie convizioni, poiché offre dignità a chi finora era considerato clandestino». Non solo. Barbagli ha anche citato a sostegno della sua decisione il Documento che la Commissione dei Vescovi toscani ha presentato alla Commissione Statuto. Monaci, su questo, ha richiamato ad una corretta interpretazione del Documento della Cet che «prevede la valorizzazione e il sostegno alla famiglia fondata sul matrimonio». E ora cosa succederà? Lunedì prossimo, 1 dicembre, riprendono i lavori della Commissione Statuto. Lì i primi effetti di questo dibattito saranno evidenti. • La proposta di legge CiucchiSecondo la proposta di legge al Parlamento n. 7 possono stipulare un accordo per costituire una Unione di fatto «due persone maggiorenni, non unite in matrimonio tra loro o con altre persone». L’Unione di fatto è «equiparata» al nucleo familiare per ottenere mutui agevolati, contributi per l’acquisto di case, inserimento in graduatorie per l’edilizia popolare, facilitazioni e contributi per i servizi socio–educativi, socio–sanitari e formativi. • l’Emendamento BianconiIl capogruppo di An Maurizio Bianconi ha fatto votare un emendamento all’articolo 2 che prevede che nell’accordo per l’unione di fatto («pena la nullità») ci sia la «volontà esplicita di regolare la propria unione secondo quanto previsto dalla Costituzione circa i principi fondanti la famiglia, pur senza volersi congiungere in matrimonio». Questo escluderebbe dall’accordo le unioni omosessuali. • L’articolo 4 dello StatutoLo bozza di Statuto – discussa in questi giorni per essere approvata in Commissione – all’articolo 4, in materia di famiglia, prevede più soluzioni. Secondo la prima, appoggiata da gran parte della sinistra (Ds, Sdi, Verdi, Pdci, Rc) la Regione persegue «la tutela della famiglia e il riconoscimento delle diverse forme di convivenza». L’altra appoggiata dal centrodestra (Fi, An, Udc) prevede «la tutela e la valorizzazione della famiglia». La proposta della Margherita, simile a quest’ultima, è «la Regione tutela e valorizza la famiglia». • La delibera PassalevaLa delibera della Giunta per l’acquisto della prima casa – ferma in Consiglio regionale – prevede che abbiano diritto all’agevolazione: giovani coppie che siano sposate da 12 mesi o che intendano sposarsi nel periodo intercorrente tra la data del bando e i 12 mesi successivi; giovani coppie che abbiano la residenza comune da almeno un anno con uno o più figli a carico o che siano in attesa di un figlio. • Il documento della CetI Vescovi della Toscana, tramite un’apposita commissione, hanno presentato alla Commissione Statuto un documento nel quale la Cet chiede alla Regione che la famiglia sia «adeguatamente valorizzata, sostenuta e favorita». Riguardo alle convivenze i Vescovi chiedono che, dato la loro natura non omogenea (una cosa è l’unione tra un uomo e una donna, altro è l’unione tra omosessuali), se la Regione ritiene necessario di regolamentare la materia vengano poste alcune condizioni: che le convivenze abbiano carattere stabile; che non siamo omologate le unioni omosessuali a quelle tra uomo e donna; che la considerazione di queste forme di unione non sia penalizzante nei confronti della famiglia fondata sul matrimonio.

Il dibattito in Consiglio

MONS. SIMONI ADDOLORATO PER IL VOTO

Coppie di fatto, un voto frutto di miopia politica