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SETTIMANALI CATTOLICI: BOFFO (AVVENIRE), DAI MEDIA LAICI VOGLIA DI RIVALSA

“Mi sento dalla vostra parte”. Ha esordito così Dino Boffo, direttore di “Avvenire”, rivolgendosi ai partecipanti all’assemblea della Fisc in corso a Roma, facendo riferimento ai suoi esordi giornalistici nel settimanale diocesano di Treviso (“La Vita del Popolo”). Boffo ha affrontato il tema dell’informazione ecclesiale nella stampa italiana. “Se a livello internazionale – ha detto – assistiamo a un’offensiva importante, soprattutto attraverso certi libri, di una corrente ateistica militante, in Italia sembra esserci un problema più specifico”. Qui, ha sottolineato, “l’informazione ecclesiale è colta, assidua e documentata, fatta da bravi vaticanisti”. E, dunque, “non è un caso che i più violenti attacchi e inchieste contro la Chiesa cattolica non siano a firma dei vaticanisti, ma di giornalisti che abitualmente si occupano di altro”. Secondo Boffo, dietro a questi comportamenti si cela un disegno ideologico e la “volontà di intaccare la stima di cui gode la Chiesa nel nostro Paese”. “Perché accade questo?”, si è chiesto. Rispondendo: “Credo che dopo il nostro impegno per l’astensione al referendum del 2005, in cui siamo intervenuti perché era in gioco un tema eticamente sensibile, si sia scatenata una voglia di rivalsa”.

ldquo;Una Chiesa ricca e ingorda, sporcacciona, contraria ai progressi della scienza e collusa con il potere e la malavita”. È “l’immagine che molte delle ultime inchieste pubblicate da alcuni quotidiani nazionali mirano a far emergere”, secondo il direttore di “Avvenire”, Dino Boffo, intervenuto stamattina a Roma all’assemblea nazionale della Fisc. A dimostrazione di una “precisa strategia informativa” in atto, Boffo ha portato l’esempio della recente scoperta scientifica sulle cellule staminali, a cui alcuni quotidiani stranieri hanno addirittura dato la prima pagina, e che invece è stata ignorata in Italia, ad eccezione dei media cattolici. “Un silenzio voluto – ha commentato – quasi a dimostrare che non è possibile che la strada indicata dalla Chiesa sia scientificamente attendibile”. Ai giornalisti che lavorano nei media cattolici, e si trovano a dover affrontare attacchi e manipolazioni, il direttore di “Avvenire” ha consigliato di “essere severi, caritatevoli”, mantenendo fede alla propria linea. “I nostri giornalisti – ha rimarcato – devono ben informarsi, specializzarsi e diventare abili nei diversi linguaggi. Dobbiamo far lievitare la preparazione dei nostri operatori della comunicazione”. (Sir)