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SETTIMANA SOCIALE, PARSI: PAESI UE CO-FORNITORI DI SICUREZZA

(Reggio Calabria) – “Lo spazio politico europeo è forse uno di quelli che si è maggiormente avvantaggiato, almeno per ora, della moltiplicazione delle arene significative per la politica internazionale”: lo ha detto questa mattina Vittorio Emanuele Parsi, docente di relazioni internazionali all’Università Cattolica, nel suo intervento alla Settimana Sociale sul tema “Le trasformazioni del sistema politico internazionale”. Il relatore ha sottolineato che “complessivamente, i singoli Paesi europei e l’Unione nel suo complesso sono riusciti in questi anni a giocare un ruolo maggiore anche e proprio in quei settori nei quali si erano dimostrati a lungo deficitari”. Dopo aver parlato di “Europa potenza civile”, Parsi ha affermato che “i Paesi membri dell’Unione, riponendo le feroci polemiche del recente passato e spronando l’Unione ad attivarsi anche in una tale direzione, hanno cominciato a proporsi come co-fornitori di sicurezza, in un’accezione che con l’illusione pericolosa della potenza civile ha poco o nulla a che fare”. Riflettendo sul ruolo dell’Europa nel contesto mondiale e in esso del compito affidato ai cristiani per lo sviluppo di relazioni internazionali che favoriscano pace e sviluppo, Parsi ha affermato che “l’Europa resta uno dei luoghi di eccellenza dell’azione della società civile, articolata in innumerevoli punti di vista non necessariamente, e per fortuna, concordi sulla visione del sistema politico internazionale e sulla stessa idea d’Europa”. Il relatore ha poi sottolineato che “il dibattito interno alle società civili del continente europeo, d’altronde, consente anche di ricordare che il tratto politico comune dell’identità europea, se si esclude proprio il tessuto istituzionale e quanto la produzione normativa realizza massicciamente, resta ancora debole e tutt’altro che univoco”. Ha poi parlato delle “differenze tra Paese e Paese e all’interno dei singoli Paesi” che – ha detto – “restano sostanziali: basi pensare all’incandescente campo della ‘bio-politica’ o alla regolazione dei rapporti tra lo Stato e le autorità religiose, o all’effettivo ambito di esercizio della libertà religiosa, con particolare attenzione alle manifestazioni più appariscenti o pubbliche delle più intime scelte di fede”.Parlando dei rapporti tra politica ed economia, Parsi ha rilevato che “oggi siamo di fronte a una perdurante unificazione del mondo quasi esclusivamente in termini economici e finanziari, nonostante la lunga crisi che stiamo attraversando e a prescindere dalle vivaci spinte protezionistiche, mentre stiamo progressivamente regredendo in termini di coesione del sistema politico internazionale”. Ha quindi sottolineato la “convergenza verso forme di governo liberali e democratiche, di effettiva condivisione politica non solo delle soluzioni ma persino della percezione dei problemi, di crescente comunicabilità e empatia dei mali che affliggono questa o quella porzione di mondo”. Ha poi indicato un tema di riflessione per i cattolici che si vogliono occupare di politica e società: quello che “il crollo dell’URSS e del suo sistema di oppressione ha prodotto un sistema ineditamente unipolare, in cui gli Stati Uniti si sono ritrovati per le mani una concentrazione di potere economico, politico, militare senza precedenti. E hanno cercato di utilizzarlo per espandere al mondo intero il set di principi, regole e istituzioni che fino a quel momento avevano conferito ordine al campo occidentale”.All’interno delle trasformazioni del sistema politico internazionale, Parsi ha affrontato anche le conseguenze della crisi finanziaria degli ultimi anni. Ha così affermato che tale crisi “che origina dagli Stati Uniti, proprio per questo, produce effetti ancora più significativi sull’appannamento dell’immagine americana e sull’appeal del modello statunitense rispetto a quelli, pur rilevanti, dell’impasse militare in Iraq e Afghanistan”. Ha poi notato che proprio perchè “ogni conflitto può essere ricondotto alla sua dimensione locale o regionale, e quindi nessuna sconfitta, per quanto dolorosa e umiliante possa essere, ha davvero effetti globali, sempre che possa ancora essere facilmente definibile che cosa è vittoria e che cosa è sconfitta”. La riflessione della Settimana Sociale è perciò – secondo Parsi – che “l’insuccesso nel campo economico-finanziario, è il solo che resta globale, quello sì che produce effetti a catena che possono arrivare anche molto oltre il settore o l’ambito in cui si originano o si manifestano”. Una riflessione quindi che pone il tema economico al centro dell’attenzione dei partecipanti alla Settimana Sociale.Sir