Vita Chiesa

Settimana sociale: Lineamenta, no a dualismi tra sviluppo e sostenibilità, crisi ambientale e crisi sociale

«Offrire al nostro Paese una speranza fondata e operosa, a partire dalla chiave d lettura della ‘ecologia integrale’ che ci propone di entrare in dialogo con tutti riguardo alla nostra casa comune’», lo scopo dell’importante appuntamento, come si legge nel testo presentato oggi in una conferenza stampa presso la Sala Marconi di Radio Vaticana. La Laudato sì di Papa Francesco, che fa da bussola a tutto il documento, viene definito un testo dal «significato profetico» che «indica una direzione valida dal unto di vista culturale, scientifico ed operativo per il futuro del nostro pianeta», in grado di «illuminare i diversi aspetti della risi antropologica contemporanea, componendo quei temi che spesso vengono presentati in maniera conflittuale: sviluppo contro sostenibilità, crisi ambientale contro crisi sociale, dimensione gobale contro quella locale». «Tutto è connesso significa che tutto è il relazione» si legge nel testo, in cui si invoca la necessità di «uno sguardo contemplativo» sulle sfide che affliggono il pianeta: quello che ha usato San Francesco d’Assisi.

«È falso pensare che tutte le problematiche del mondo, compresa quella della miseria, si risolveranno semplicemente con la crescita quantitativa», lancia questo grido d’allarme il Comitato scientifico e organizzatore dei cattolici italiani. «Il mercato, da solo, non è in grado di garantire lo sviluppo umano integrale, e soprattutto non è attento alle dinamiche necessarie per generare inclusione sociale», la tesi del documento, in cui si pronuncia un forte no alla «logica dell’usa e getta» e si mette l’accento «sul rapporto tra economia ed ecologia, tra ambiente e lavoro, tra crisi ambientale», partendo dalla consapevolezza – come scrive il Papa nella Laudato sì – che «non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale» che richiede «un approccio integrale per combattere la povertà». «Dire creazione è più che dire natura», si ricorda nel documento, è «frutto di un disegno di amore che ci spinge alla comunione e non alla rapina». No, allora, a quello che Francesco definisce «il paradigma tecnocratico», «dominato da interessi che mirano allo sfruttamento di tutto quanto è possibile estrarre dal mondo che ci circonda» sulla base dell’idea di «una crescita infinita e illimitata» che non tiene conto «dei limiti del pianeta».

«Invertire la rotta»  è «superare gli squilibri» e «arrestare il degrado». È la proposta dei Lineamenta per affrontare le sfide che mettono a repentaglio il futuro del pianeta. «Non ci può essere vera creazione di valore economico sostenibile – necessaria per combattere le piaghe della povertà e della mancanza di lavoro – distruggendo le risorse ambientali», si legge nel testo in cui si auspicano soluzioni come il riuso e il riciclo. «Invertire la rotta» significa anche «arrestare il degrado delle aree da cui provengono i flussi migratori, riducendo le cause di conflitto sociale». Il cammino da percorrere, per la Cei, è quello di una sostenibilità socio-ambientale nella prospettiva di una vera «ecologia umana». Taranto, città scelta per la prossima Settimana sociale, è il «luogo emblematico» in cui la dimensione dell’ambiente e quella del lavoro «sono state spesso vissute secondo un ingiusto conflitto». Oltre a Taranto, si fa notare nel documento, in  Italia ci sono 31 siti Sin, cioè gravemente inquinati e ad elevato rischio sanitario, che fanno capo al Ministero dell’Ambiente, mentre altri 17 sono a carico delle regioni. «Una creazione di valore economico senza riguardo per la sostenibilità sociale ed ambientale produce gravi squilibri che mettono a rischio la stessa vita umana sulla terra», il grido d’allarme del testo: non c’è altra scelta «che rendere l’economia e la società del futuro sostenibili e ‘circolari’ dal punto di vista ambientale», per poter affrontare sfide quali le emergenze climatiche, il riscaldamento globale, i flussi migratori, le guerre, la povertà, che nei Paesi ricchi si tramuta invece in denatalità ed «inverno demografico».

«Il lavoro è parte centrale della nuova e ineludibile prospettiva dell’ecologica integrale». Nei Lineamenta si ribadisce la necessità di un lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale – i quattro aggettivi che hanno fatto da sfondo all’ultima edizione della Settimana sociale, svoltasi a Cagliari nel 2018 – e si fa notare che dalla «riconciliazione» tra ecologia ed economia «stanno nascendo nuove figure professionali, nuove competenze, nuove imprese, dunque nuovo lavoro». Per vincere la sfida della sostenibilità del pianeta, la tesi di fondo del documento, occorrere «discernere e costantemente connettere i quattro grandi ambiti della sostenibilità ambientale, sociale, culturale, normativa». Un lavoro a quattro mani, lo definisce il Comitato scientifico e organizzatore dell’evento: «La mano ‘invisibile’ del mercato da asola non può farcela», e neanche la «seconda mano» delle istituzioni, perché «non esistono istituzioni mondiali in grado di imporre il rispetto di un accordo sulle emissioni inquinanti tra i diversi Stati», fa notare la Cei: proprio per questo sarà decisivo il contributo della «terza e quarta mano», quella di imprese e di imprenditori «più ambiziosi» e capaci «di guardare non solo al profitto ma anche all’impatto sociale ed ambientale e quella della «cittadinanza attiva», cioè «di tutte le persone di buona volontà», che richiede «una conversione delle nostre scelte e dei nostri stili di vita». «Quanto le abitudini sociali intaccano i profitti delle imprese, queste si vedono spinte a produrre in un altro modo», si fa notare del testo a proposito della responsabilità sociale dei consumatori: «Se da domani iniziamo a votare col portafoglio, premiando quelle aziende all’avanguardia nella capacità di creare valore economico in modo ambientalmente e socialmente sostenibile, il mercato premierà l’innovazione giusta e la sostenibilità diventerà sempre più economicamente conveniente».