Nel settembre del 1962 la 35ª Settimana Sociale trattò dell’incidenza dei mezzi audiovisivi. Se a quel tempo il tema poteva venire discusso in un’atmosfera di curiosità ora, dopo più di quarant’anni, prevale il disincanto. Si pensava che i media potessero facilitare la realizzazione della democrazia dell’Agorà, ma questo sogno non si è realizzato. Francesco Casetti, docente di filmologia all’Università Cattolica di Milano, è intervenuto oggi alla tavola rotonda dedicata a Democrazia e informazione, all’interno della Settimana Sociale dei cattolici italiani in corso di svolgimento a Bologna. Nella stessa sessione è intervenuto anche Alberto Abruzzese, docente di sociologia delle comunicazioni di massa all’Università La sapienza di Roma, dicendosi assolutamente pessimista sulla società, ma non sui media, che della società sono mere protesi. Sulle limitazioni alla libertà di stampa, Abruzzese ha rilevato come sia cambiato l’apparato della censura. Dagli interventi diretti della censura istituzionale, si è passati a quella delle persone. Spesso le limitazioni nascono dall’interno dei rispettivi ambienti, dalle persone più che dai partiti. Dario Antiseri, direttore del Centro di metodologia delle scienze sociali all’Università Luiss, ha posto l’accento sulla necessità di un pluralismo interno del servizio pubblico radiotelevisivo. In molti servizi, oltre al narratore si avverte la necessità di un commento degli esperti. Pensiamo ai documentari di Piero e Alberto Angela. Sono fatti bene e sono piacevoli da seguire, ma mancano di un contraddittorio sugli argomenti esposti. Sir