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SETTIMANA SOCIALE, CASELLI: EUROPA MODELLO DI GOVERNANCE ECONOMICA

“Siamo entrati nell’era della globalizzazione prima di avere gli strumenti politici e culturali per governarla”. Da questa constatazione dell’economista Lorenzo Caselli si è sviluppato il dibattito sui temi dell’economia e della finanza che ha occupato l’intero pomeriggio dei lavori alla Settimana Sociale di Bologna. Secondo il relatore, “la globalizzazione si manifesta e si sviluppa in un vuoto etico ove l’idea che il vincitore prende tutto è il criterio ultimo di comportamento”. In tale contesto “il tema della ‘governance’ democratica dei processi di mondializzazione diventa un passaggio ineludibile”.

Caselli ha dunque posto al centro del suo intervento una domanda. “Può l’Europa essere modello di ‘governance’ a livello mondiale, in grado di attivare processi di contaminazione democratica?”. Al riguardo il docente dell’Università di Genova ha sottolineato alcuni punti fermi per la credibilità dell’Unione: a suo avviso occorrerebbe superare lo “scandalo della politica agricola comune”, che spreca risorse e blocca le importazioni “mettendo fuori gioco i contadini dei Paesi poveri”; dovrebbe essere affrontato il problema delle delocalizzazioni, creando infine un nuovo e “originale modello di cooperazione allo sviluppo”. Tra le risorse europee da attivare e valorizzare Caselli ha citato “le grandi imprese, la Confederazione dei sindacati europei – per la tutela degli interessi dei lavoratori dentro e fuori i confini dell’Unione – e, infine, la società civile, soprattutto in funzione di alcune grandi opportunità come il consumo critico in sinergia con lo sviluppo del commercio equo e solidale”. Nel dibattito sulla democrazia economica sono intervenute a Bologna personalità del calibro di Mario Monti, commissario europeo, di Giovanni Bazoli, presidente di Banca Intesa, di Stefano Zamagni, economista dell’Università di Bologna e di Giuseppe Tesauro, presidente dell’Autorità garante della concorrenza.

Secondo Monti “è essenziale il contributo che l’Ue può dare per guidare la globalizzazione e limitarne i rischi. Infatti l’Unione – ha spiegato – ha un modello istituzionale fondato sulla integrazione politica e sul coordinamento delle politiche economiche pubbliche. Inoltre essa è portatrice di una economia sociale di mercato nella quale il mercato è affiancato, corretto nei suoi effetti, da principi quali la solidarietà e la sostenibilità”.

In questo senso secondo Monti “l’Europa è oggi la migliore alleata delle generazioni future”, purché sappia completare il proprio sistema istituzionale e acquisti “una posizione univoca e coesa sugli scenari internazionali”.

Bazoli ha invece insistito sull’urgenza di “apportare dei correttivi all’economia di mercato” che, “se lasciata senza regole non fa che accentuare le differenze e i contrasti tra i popoli e gli Stati”. Su questo piano Bazoli ha invocato “l’originale contributo intellettuale e valoriale che può giungere proprio dai cattolici”.

Tesauro si è poi detto d’accordo sul fatto che “l’economia di mercato è l’humus in cui si sviluppa la democrazia. Ma servono delle regole. È a questo livello che si inserisce l’irrinunciabile ruolo regolativo della politica, orientata da valori che tutelino anzitutto la dignità della persona”. Sir

Speciale 44ª Settimana sociale