Toscana

Settimana sociale: Betori, «la consegna degli Atti? Il passo di un cammino»

Il vescovo di Pistoia, mons. Mansueto Bianchi, aprendo i lavori presso il teatro «Bolognini» nel centro storico della città, ha detto che che «l’incontro di stamani porta a compimento e corona l’evento della Settimana sociale dei cattolici toscani. Un evento di chiesa e di popolo come quello non può terminare però in un libro». Quello, ha continuato, «è un cammino che è partito dalle nostre chiese e deve tornare alle nostre comunità. I percorsi, gli impegni, le sfide diventano ora una responsabilità. Un testo come questo dovrebbe essere frequentato dall’attenta lettura in primo luogo di noi cristiani ma anche dei nostri politici e amministratori. Sarà compito di noi vescovi, presbiteri e laici impegnati fare in modo che i contenuti e gli obiettivi emersi a maggio entrino nelle nostre parrocchie e associazioni ravvivando l’impegno per la Dottrina sociale della Chiesa».

Anche per mons. Giovanni Santucci, vescovo di Massa Carrara-Pontremoli e delegato Cet per la pastorale sociale e del lavoro, «questo incontro vuol essere un gesto conclusivo di quella esperienza ma allo stesso tempo l’inizio di un lavoro di analisi e di discernimento utile per le scelte sociali che ci interrogano». «Non possiamo essere spettatori di quanto accade – ha aggiunto -. Il ruolo profetico tipico dei cristiani deve trovare modo di esprimersi. Sappiamo anche di non avere ricette o soluzioni ideali, non ci schieriamo per l’uno o l’altro ma questo non significa che non ci possiamo impegnare in ogni ambito della società». Infine un riferimento alla politica: «I luoghi del potere e delle scelte rimangono certo lontani anche nella nostra regione ma noi vogliamo esserci, protagonisti per quanto possiamo».

Come sottolinea, il lavoro dei delegati non finisce oggi. A dare la prospettiva del lavoro che prosegue è stato padre Antonio Airò, responsabile regionale della pastorale sociale e del lavoro. «Oggi ricevendo gli Atti – ha detto – ci impegniamo a sostenerci, a scambiarci i doni e i frutti del nostro apostolato ma anche le fatiche e le difficoltà, costruendo una rete di relazioni per continuare a fare discernimento, verifica e chiedere conferma nello Spirito ai nostri pastori. Per questo troveremo negli Atti e nell’Agenda segnate alcune tappe programmate che ci permetteranno di camminare insieme fino alla seconda Settimana sociale dei cattolici toscani prevista per il maggio 2016. Ma ci ritroveremo almeno un volta all’anno a livello regionale – ha concluso – per riuscire a individuare le difficoltà che si presenteranno e per aiutarci a fare insieme un passo avanti».

Ad Antonio Maria Baggio, ordinario di filosofia politica all’istituto universitario «Sophia» di Loppiano (Incisa Valdarno), è toccato il compito di riprendere i temi emersi a maggio e riporli nella prospettiva del cammino futuro. «Questi Atti – ha detto – compongono un progetto formativo della persona. Noi dobbiamo procedere nell’agire e così ci trasformiamo e cambiamo anche gli altri». «Ma riusciamo ad avere una visione unitaria che sia lo spirito del tempo?», si è chiesto Baggio. «Certo la Dottrina sociale ci aiuta. Ma io vorrei collegare questi documenti a Papa Francesco. C’è una straordinaria consonanza – ha sottolineato – tra ciò che è stato detto qui e lo stile di Francesco che è antico e tutto nuovo». Qui Baggio ha iniziato a ripercorrere l’Esortazione «Evangelii Gaudium»: «Dice il Papa che “la vera speranza cristiana, che cerca il Regno escatologico, genera sempre storia”. Se non accade vuol dire che ci siamo rifugiati altrove». E allora è importante avere un progetto anche nel piano sociale. «I politici oggi – ha detto Baggio – hanno spesso la forza del potere ma non del progetto. Perché ci sia forza del progetto ci deve essere una dimensione sociale più forte». Quella richiamata anche da Papa Francesco. I poveri e la pace sono infatti al centro dell’Esortazione anche se come scrive lui stesso, «questo non è un documento sociale». «Signica allora – ha detto Baggio – che questi sono principi fondamentali». Questo che stiamo vivendo è «un momento bello per questa Chiesa che però non ci deve vedere spettatori». Perché, ha concluso, «quella di Francesco è una Chiesa trasformante».

Dopo un breve dibattito è toccato al cardinale Giuseppe Betori a tirare le conclusioni: «Oggi completiamo l’esperienza iniziata a Pistoia a maggio ma nello stesso tempo non vogliamo chiudere qui le cose, questa è invece una consegna per il futuro». «Dobbiamo intuire se ciò che sperimentiamo ha un legame con il passato, con la Chiesa universale e con il mondo oggi illuminato dalla figura di Francesco, e un legame con il futuro. Queste cose servono – ha sottolineato – se sono il passo di un cammino». E poi un riferimento all’Esortazione di Papa Francesco. «Ben 82 paragrafi – ha detto Betori – sono dedicati alla dimensione sociale dell’evangelizzazione. Il Papa non considera la dimensione sociale un’appendice dell’evangelizzazione ma un aspetto integrante di essa. La dimensione sociale che è intrinseca alla dimensione dell’evangelizzazione ci aiuti a concepire il nostro impegno nella società come una cosa che non si aggiunge alla vita della chiesa». Anche il Papa, ha continuato il cardinale, «ha fatto la sua Agenda mondiale con due rilevanze: al centro ci sono l’inclusione sociale dei poveri e la pace e il dialogo sociale. Fare un progetto sociale concreto non significa riproporre dei principi – che servono – ma rilevare dalla storia le tematiche emergenti». Nel cammino verso la seconda Settimana sociale toscana che si svolgerà nel 2016, una delle prossime tappe, è quella del Convegno nazionale ecclesiale che è dedicato all’umanesimo e che si svolgerà a Firenze dal  9 al 12 novembre 2015. «Vi ringrazio per il cammino fatto e per quello che faremo. Gli Atti e l’Agenda di Speranza – ha concluso Betori – devono essere uno strumento di animazione sociale nelle nostre diocesi». Prenseti all’incontro anche il vescovo di Massa Marittima-Piombino Carlo Ciattini e il vescovo ausiliare di Firenze Claudio Maniago. Al termine la consegna degli Atti ai delegati da parte dello stesso cardinale Betori e del vescovo Santucci.