Firenze

Sesto Fiorentino, «Un oratorio estivo diverso dal solito, fortemente voluto e intensamente vissuto»

Cinque settimane che hanno coinvolto in media ogni turno 75 ragazzi e ragazze, nel complesso una quarantina di animatori adolescenti e una dozzina di giovani e adulti, oltre il personale pulizie e di segreteria. Due le sedi: il gruppo delle medie si è ritrovato nei locali dell’oratorio parrocchiale, mentre quello delle elementari presso la scuola Alfani, messa a disposizione dai padri Scolopi. «Le indicazioni del ministero – racconta don Daniele – chiedevano rapporti numerici e distanziamenti tra gruppi, che non sarebbe stato possibile mantenere solo con la struttura dell’oratorio. Ognuno ci ha messo del suo: oltre la responsabilità legale, che mi sono assunto come parroco, molti adulti hanno collaborato in vari modi e dedicato le ore libere che avevano, alcuni hanno preso ferie per stare nei gruppi, altri hanno lavorato preziosamente dietro le quinte; gli animatori oltre alla vitalità ed entusiasmo di sempre hanno seguito corsi serali per essere certificati – grazie al fondamentale aiuto di Anspi – e hanno messo a disposizione il loro tempo, senza risparmiarsi». L’intenzione, come sempre, era quella di non offrire un semplice «parcheggio» per bambini, ma un aiuto per la loro crescita spirituale e umana: «ci siamo accorti che i gruppi ristretti, la “costrizione” di stare sempre con gli stessi compagni e animatori, che sembravano difficoltà, hanno invece facilitato l’attenzione personale e rapporti più veri e profondi, aiutandoci quindi nel proposito». Numeri ridotti rispetto agli anni passati, ma tante opportunità in più: «questa modalità è stata una vera grazia. Ci siamo messi in gioco al 100 per 100, abbiamo riscoperto il senso di ciò che facevamo e si è creato un legame fortissimo a dispetto della distanza fisica che eravamo obbligati a mantenere. Abbiamo scoperto la capacità di trovare alternative, imparato che possiamo sentirci uniti pur rimanendo in locali diversi solo perché ci legano un percorso condiviso o una preghiera in comune, abbiamo coltivato la voglia di abbracciarci di cui raccoglieremo i preziosi frutti non appena possibile, abbiamo imparato a non dare più niente per scontato». L’unico momento in cui bambini e ragazzi erano tutti insieme era la preghiera dell’Angelus, condivisa in chiesa ogni giorno: «un momento di spiritualità in mezzo al quotidiano perché la spiritualità non è teoria ma concretezza». «Le difficoltà organizzative – sottolinea ancora don Daniele – ci hanno spinti anche a richiedere più del solito la collaborazione dei genitori, non tanto per le cose da fare, ma per lo spirito parrocchiale e comunitario, che ha richiesto alle famiglie pazienza, attenzione e fiducia. La risposta è stata bella e abbiamo sentito molta partecipazione e interesse, anche con tanta manifestazione di gratitudine». L’ultimo invito fatto alle famiglie, quello di proseguire nella preghiera.E la risposta dei genitori è evidente anche nei messaggi di ringraziamento arrivati in queste ore: «Grazie per averci restituito un po’ di “normalità” nel modo più divertente, profondo e colorato possibile!» scrive una mamma, e un’altra aggiunge: «siete anche riusciti a ’curare’ le ansie di una mamma, che a poco a poco si è sentita sicura». «Volevo ringraziarla per il valore aggiunto dato alla vita dei miei figli», si legge ancora in un altro messaggio. Parole che ripagano tutti gli sforzi.