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Sestino, la fede «raccontata» da luci e colori nelle vetrate.

L a festa della Natività di Maria, uno dei principali appuntamenti religiosi che celebra anche Sestino, quest’anno ha avuto un programma arricchito da un evento particolare: l’inaugurazione ufficiale delle nuove artistiche vetrate nella chiesa intitolata alla Madonna della Misericordia. Donate da due benefattrici – le sorelle Baroncelli –, sono state realizzate dallo studio fiorentino «Mosaici e vetrate d’arte – Eredi Mellini».Quattro composizioni, che illustrano in maniera efficace e vibrante altrettante tematiche: lo «Spirito Santo» sovrastante la porta di ingresso, e lungo la parete di destra, l’«altare», il luogo appunto dell’annuncio della «Parola» ma anche il luogo del «Sacrificio», con la correlata simbologia. La terza vetrata raffigura «La Madonna della Misericordia» e infine, la quarta, l’«Eucaristia», rappresentata attraverso i simboli del pane, dei pesci e dell’uva. Ma pane, pesci e uva sono anche il cibo del quotidiano e quindi rimandano alla carità come opera di misericordia verso i bisognosi, che è uno degli aspetti fondamentali delle finalità della Confraternita, cui è affidata la chiesa.La vetrata dedicata alla Madonna della Misericordia riprende il contenuto del quadro omonimo collocato sull’altare maggiore. Esso, in effetti, è un antico e raro stendardo in lino, il cui valore è dato appunto dalla antichità, attestata con cifra originale, del 1421, che sul davanti mostra la Madonna con braccia allargate che accoglie sotto il suo manto confratelli della Misericordia incappucciati. A lato due angeli che sorreggono il manto. Sul retro dello stendardo è raffigurata una commovente Crocifissione: dal corpo del Cristo scendono rivoli di sangue che irrorano un monte nudo e di pietra arida, con ai lati la Madonna e san Giovanni. Se ne ignora l’autore ma lo stendardo, recentemente restaurato, è attribuito al «Maestro della Misericordia di Sestino» e messo in relazione a superstiti affreschi in chiesette della antica Provincia ecclesiastica della Massa Trabaria.Dire che attorno alla chiesa e alla Confraternita della Misericordia si enuclea molta parte della storia religiosa di Sestino forse è superfluo ma è bene sottolinearlo anche perché oggi la Confraternita rappresenta la mano operativa di servizi e assistenza alla persona: una carità che nella Madonna ha sempre trovato un punto di riferimento e di fede.La chiesa, di cui si hanno notizie già nel Quattrocento, sorgeva in «suolo lateranense» e aveva come strumento di operosità caritativa un ospedale. Dopo il Concilio di Trento ebbe anche un convento di monache agostiniane, che sopravvisse alle riforme di Pietro Leopoldo, alle soppressioni di tante Confraternite e al periodo napoleonico come «educandato femminile». La chiesa era dotata di vari altari e di altrettante opere d’arte che con il tempo sono andate disperse, salvandosi solo l’immagine dello stendardo bifacciale. Le vicende dell’ultima guerra mondiale costrinsero a ricostruire completamente la chiesa resa pericolante che, così, ha perso la sua fisionomia antica della quale conserva un portale d’ingresso, datato 1766.A maggior ragione le quattro vetrate che ora si possono ammirare, mentre tramandano la «didattica illustrata» del Vangelo – e anche del «dono» – arricchiscono artisticamente l’edificio sacro con caldi colori che si riverberano all’interno creando un’atmosfera vibrante di luce.di Giancarlo Renzi