Prato

Sessanta candeline per lo sport. Buon compleanno Csi

di Fabio BarniHa portato lo sport nelle parrocchie e nella società pratese, nel cuore di una città, di una diocesi e infine di una provincia che hanno conosciuto l’immigrazione, la crescita demografica, il boom economico e le crisi ricorrenti. Il Centro sportivo italiano, il Csi, celebra in questi giorni il sessantesimo anniversario del suo arrivo a Prato. Ha inventato i concetti di sport per tutti e di sport come festa. Talvolta, ha anche visto un suo gruppo sportivo raggiungere i vertici dello sport nazionale o addirittura europeo, come nel caso recente del calcio a 5. L’ha così seguito con discrezione, quasi come fanno i genitori con i figli che crescono, continuando al tempo stesso a dedicarsi a chi ama lo sport e, meglio che mai, vuole rendersi protagonista, insieme agli altri, di un progetto ambizioso: quello che vede la società da un’ottica cristiana, pone l’uomo al centro della sua attività e chiede allo sport di farsi strumento educativo.Daniele Paoletti, da tanti anni nel Csi e attuale presidente del Comitato provinciale di Prato, meglio di altri può sintetizzare in poche parole una storia come questa.Che cos’è stato e che cos’è il Csi a Prato?«In questi 60 anni abbiamo animato la vita sportiva e culturale della nostra città. Abbiamo offerto un servizio sportivo con la chiara intenzione di educare attraverso lo sport in una visione cristiana dell’uomo e della realtà. Nel nostro cammino abbiamo dato la possibilità a tanti giovani e meno giovani di realizzare esperienze significative, che lasciassero il segno, che li aiutassero a maturare come atleti e come uomini».Una politica del fare sport, per altro con queste pretese, avrà richiesto lo sforzo di tante persone…«Durante questo lungo cammino un numero imprecisato, ma certamente grande di operatori si è districato fra mille difficoltà e ha reso la nostra storia speciale».Come avete pensato di celebrare un cammino tanto speciale?«Abbiamo cercato di ripercorrerlo con una pubblicazione che ci ricordi il lavoro svolto fino a questo momento e che ci riporti alle nostre radici, ai motivi che ci hanno fatto nascere, subito dopo la liberazione di Roma e fin dal 1945 a Prato».E poi?«Questa domenica 17 celebriamo pubblicamente il nostro sessantesimo compleanno con un incontro nel salone consiliare del Municipio. L’appuntamento è per le 16,30. Dopo l’intervento celebrativo e il saluto delle autorità, ci sarà la consegna dei riconoscimenti a tante persone che hanno contribuito a far grande la nostra associazione».Una sede istituzionale. Perché?«Anche per suggellare il nostro legame con il territorio e con la città di Prato. Del resto, abbiamo vissuto i suoi cambiamenti, abbiamo condiviso le difficoltà, abbiamo intrecciato legami e collaborazioni con l’Amministrazione comunale prima e con quella provinciale fin dalla sua nascita, con la diocesi, con il Coni e gli altri enti di promozione. Abbiamo fatto riflettere i cittadini sui grandi temi dello sport e sul suo cambiamento».Un cambiamento non sempre positivo…«Abbiamo denunciato anche i difetti dello sport, a cominciare dalla sua eccessiva commercializzazione. Al tempo stesso, abbiamo messo in risalto i suoi valori e abbiamo richiamato tutti coloro che praticano una qualsiasi attività sportiva a ispirarsi all’etica morale e al fair play».Che significato dà alla giornata di domenica?«Sarà l’occasione per ringraziare coloro che hanno lavorato per il raggiungimento di questo traguardo e per ricordare coloro che durante questo cammino ci hanno lasciato per raggiungere la casa del Padre: Piero Becherucci, Paolo Faggi, Sergio Faggi e Franco Magni. Naturalmente un grande ringraziamento va a quel numero imprecisato di dirigenti ed atleti che in questi anni sono stati con noi,che ci hanno permesso di realizzare tante cose. Non dobbiamo però fermarci a questi 60 anni, dobbiamo guardare al futuro facendo tesoro delle esperienze passate. Prendendo a prestito i versi di una canzone, dobbiamo gettare il cuore oltre le fiamme ed andare avanti. Dobbiamo, come ci ha detto Giovanni Paolo il Grande, alzarci ascoltare e metterci in cammino; il Csi pratese ha persone nuove ed adatte per raggiungere altri più importanti traguardi».