Prato

Servizio civile nazionale a rischio: l’allarme a Prato

di Damiano Fedeli«A causa della sfavorevole congiuntura economica per il 2012 non sarà possibile garantire la presentazione dei progetti di servizio civile da parte degli enti e, di conseguenza, non potrà essere avviato alcun volontario nel 2013». Le parole pronunciate venerdì 24 in Commissione affari costituzionali del ministro Andrea Riccardi, hanno gettato l’allarme: il Servizio civile nazionale è a rischio? Un allarme che la precisazione di Giovanni Grasso, portavoce del ministro, non ha stemperato: «Il Ministro Riccardi – ha detto Grasso domenica a Lucca, secondo quanto riporta il settimanale del non profit Vita – non ha affermato che è sua volontà chiudere il servizio civile per l’anno 2013. Ha detto che se non arrivano nuove risorse, i fondi rimasti dopo i tagli degli ultimi anni non consentono l’avvio delle partenze nel 2013. Non è una decisione già presa, ma un allarme. Vi assicuro che Riccardi su questo è impegnato ai massimi livelli, perché è profondamente convinto della necessità di salvare il servizio civile».Insomma, una conferma del Servizio civile – l’opportunità che giovani fra i 18 e i 28 anni hanno di lavorare per un anno, con una retribuzione seppur modesta, in un’associaizone di volontariato (ma anche in una pubblica amministrazione) – per l’anno 2013 sembra a rischio. E anche le associazioni che a Prato ospitano i giovani volontari sono preoccupate. «Senza i volontari del servizio civile sarebbe impossibile erogare la stessa quantità di servizi alla cittadinanza. Quindi alla fine chi ci andrebbe a rimettere sono i cittadini», sottolinea Andrea Gori, segretario della Misericordia: la Confraternita, fra sede centrale e sezioni, occupa ben 50 giovani in servizio civile. «Il compito per il quale vengono impiegati è quello del trasporto sociale di persone con handicap o di anziani». I nuovi ragazzi stanno per cominciare in questi giorni. «Non c’è stata una continuità di servizio: i precedenti 50 hanno terminato all’inizio di gennaio. Ecco, già in questo mese si è vista la riduzione della nostra capacità di servizio. Bisogna vedere a livello confederale di fare qualcosa».La Regione Toscana, da parte sua, ha attivato il Servizio civile regionale (proprio un paio di settimane fa sono state varate nuove norme che prevedono più tutele per i giovani): lo scorso anno sono stati banditi un migliaio di posti in tutta la regione: la Caritas diocesana ne ha ad esempio tre a disposizione del Servizio civile regionale sul progetto «Ascolto e accompagnamento».Ma il servizio civile nazionale di giovani in Toscana ne impiega in totale circa 1200. Cosa succederebbe se non ci fossero le risorse per questi ultimi? La Regione riuscirebbe ad accollarseli? Interrogativi su cui, per ora, finché non c’è chiarezza su cosa verrà deciso a Roma, sono naturalmente senza risposta.Alberto Gallo, direttore della Pubblica Assistenza sottolinea come «sapere se i ragazzi del servizio civile nazionale arriveranno o meno è un problema che si ripropone ogni anno. Anpas, l’associazione nazionale pubbliche assistenze, ci ha confermato che il prossimo anno gli orientamenti non sono favorevoli e che si tratta di risorse soggette a grande volatilità. Le dichiarazioni del Ministro non ci sorprendono. ogni anno c’è questo grande punto interrogativo. Per esempio lo scorso anno il nostro progetto è stato approvato ma, per un vizio di forma, non finanziato». Anche la Pubblica Assistenza a Prato fa molto affidamento su questi giovani: «Ne abbiamo diciotto, che hanno cominciato un percorso di formazione per soccorritori e sono operativi dalla setimana scorsa. Insieme con personale dipendente o volontari formati si occuperanno di trasporto socio-sanitario. Ne abbiamo sempre usufruito, con fasi alterne, dei volontari del servizio civile, fin dall’istituzione di questo tipo di opportunità. È chiaro che la Regione farà i conti con le risorse che ha».«Speriamo che si possa riaprire un dialogo», sottolinea Matteo Cocci della Croce d’oro dove prestano da poco servizio venti nuovi ragazzi del Servizio civile nazionale. «Sarebbe un problema grosso poter continuare a erogare lo stesso tipo di assistenza. I servizi sono sempre in crescita e bisogna poter rispondere. Altrimenti che cosa si fa? Si affidano certi servizi ai privati? Così chi ci rimette sono i cittadini».Dal campo socio sanitario, a quello sportivo. Anche il Csi usufruisce dei volontari del servizio civile nazionale. «Ne abbiamo tre per quest’anno: arrivano il primo marzo», spiega il presidente pratese Daniele Paoletti. «Saranno impegnati in una serie di attività nelle scuole: una campagna di sensibilizzazione su stili di vita e buone prassi alimentari e sportive, attività che rientrano nel nostro compito di educazione allo sport. È chiaro che se dovessero in futuro venire a mancare risorse di questo tipo sarebbe un problema serio per noi, saremmo in difficoltà. Ma indubbiamente sarebbe un problema per i tanti ragazzi che con il servizio civile hanno anche un’opportunità lavorativa».(dal numero 9 del 4 marzo 2012)