Dossier

Servizio civile, istruzione per l’uso

Fino alla fine del servizio militare obbligatorio (prevista dalla legge per il 1° gennaio 2007 ma che probabilmente verrà anticipata al 1° gennaio 2005) coesistono due normative diverse di «servizio civile»: l’obiezione di coscienza (riformata dalla legge 230 del 1998), che può essere scelta al posto del servizio militare armato e il nuovo servizio civile volontario (istituito dalla legge 64 del 2001) al quale possono accedere, tramite domanda, tutte le giovani e quanti non sono risultati idonei alla leva. Con l’abolizione della naja, rimarrà in vigore solo quello «volontario» al quale potranno accedere, a quale punto, indistintamente, tanto i giovani che le giovani.

Obiezione di coscienzaLa legge di riforma sull’obiezione di coscienza (230/98) che abroga la precedente (772/72), riconosce ai giovani che si dichiarano obiettori di coscienza al servizio militare, il diritto di svolgere un servizio sostitutivo civile presso associazioni, organizzazioni di volontariato, cooperative sociali, enti pubblici, enti morali, Ipab convenzionate con l’Ufficio nazionale per il servizio civile. La domanda va presentata per iscritto, all’ufficio leva del Distretto Militare di appartenenza entro 15 giorni dall’arruolamento (cioè dalla visita di leva-selezione). Per coloro che usufruiscono di ritardo per motivi di studio il termine ultimo è il 31 dicembre dell’anno che precede l’avviamento alle armi. La durata del servizio è 10 mesi, durante i quali non si possono svolgere altre attività lavorative o iscriversi a corsi di formazione. La retribuzione è la stessa dei militari di leva. Entro 30 giorni antecedenti la partenza è possibile far richiesta di svolgere ils ervizio in missioni umanitarie all’estero Servizio civile volontarioÈ l’opportunità per ragazzi (per ora solo per i non idonei alla leva) e ragazze dai 18 ai 26 anni di partecipare a progetti di volontariato realizzati da enti pubblici e privati convenzionati ed approvati dall’Ufficio nazionale per il servizio civile, nei seguenti ambiti:1) intervento sociale (nel campo dell’emarginazione, handicap, disagio, anziani);2) protezione civile;3) educazione e tutela ambientale;4) attività umanitarie all’estero.La durata del servizio è 12 mesi e dà diritto a crediti formativi in ambito scolastico; è consentito svolgere attività lavorative minori che non compromettano comunque il servizio stesso. La domanda di partecipazione al progetto prescelto deve essere presentata direttamente all’Ente che realizza il progetto entro 45 giorni dalla pubblicazione del bando sulla Gazzetta Ufficiale. I requisiti per essere ammessi sono la cittadinanza italiana, godere dei diritti civili e politici, non aver riportato condanne penali per delitti non colposi ed essere in possesso di idoneità fisica. Ai volontari è corrisposto un compenso mensile di 433,82 euro al lordo della ritenuta fiscale del 18%.I progetti sono consultabili sul sito www.serviziocivile.it La situazione in ToscanaNella nostra regione ai bandi promossi dalla Caritas italiana, con l’Ufficio nazionale di pastorale giovanile e la Cooperazione missionaria tra le Chiese, hanno risposto 3 candidate al secondo bando del 2002, 19 al quarto e 23 al quinto. Le diocesi finora coinvolte sono: Firenze, Pisa, Pistoia, Pitigliano-Sovana-Orbetello, Arezzo-Cortona-Sansepolcro, Lucca e Massa Marittima-Piombino. «I progetti sono firmati dai vescovi stessi e le aspettative delle ragazze sono molto alte – spiega Luca Orsoni, del Servizio educazione alla pace e alla mondialità della Caritas e coordinatore regionale del settore –. Per questo la Caritas punta molto sul percorso formativo».

In Toscana anche la Regione ha varato un progetto sperimentale che prevede l’inserimento di 40 giovani per un anno nella fila della Protezione civile (20 volontari e 20 obiettori di coscienza). Il porgetto, primo in Italia, è il frutto di un protocollo d’intesa con l’Ufficio nazionale servizio civile e il Dipartimento di protezione civile presso la presidenza del Consiglio.

Il progetto Caritas per le ragazzeIl progetto di servizio civile femminile di Caritas italiana, coerentemente alle finalità statutarie («promuovere il volontariato e favorire la formazione degli operatori pastorali della carità e del personale di ispirazione cristiana sia professionale che volontario impegnato nei servizi sociali, sia pubblici che privati, e nelle attività di promozione umana»), riprende, rielaborandola, l’esperienza ultradecennale dell’Anno di volontariato sociale, avviata dopo il convegno ecclesiale «Evangelizzazione e promozione umana» (Roma, 1976) che affidava alla Caritas il compito di promuovere l’educazione alla pace ed alla solidarietà dei giovani col servizio civile degli obiettori di coscienza e l’anno di volontariato delle ragazze.

In oltre venti anni, circa 2 mila ragazze, accogliendo la proposta della Caritas, hanno svolto un anno di servizio civile in programmi caratterizzati da: formazione alla pace, nonviolenza, solidarietà, gratuità; condivisione dell’esperienza in piccole comunità; confronto sulla dimensione valoriale e spirituale; ascolto e accompagnamento di persone in difficoltà, in una prospettiva di liberazione dall’emarginazione e quindi di promozione umana.

L’anno del volontariato socialeLa Legge 64 del 2001, «Istituzione del servizio civile nazionale», riconoscendo alle donne la possibilità di svolgere il servizio civile recepisce, in qualche modo, e rilancia l’esperienza dell’Anno del volontariato sociale.Il progetto di servizio civile femminile di Caritas italiana, denominato «Il servizio civile delle ragazze», fa propri gli aspetti qualificanti dell’esperienza dell’Anno del volontariato sociale, proponendosi in particolare quale: occasione di formazione e confronto sui valori della nonviolenza, solidarietà e gratuità, valorizzando la differenza di genere e l’approccio femminile al tema della pace; pausa di riflessione e orientamento a ulteriori scelte personali di tipo professionale, familiare, sociale; spazio di libertà e creatività, di cittadinanza attiva e responsabile, per sperimentare nuove iniziative e servizi e «inventare» nuove professionalità sociali; occasione di scoperta dell’alterità, di servizio concreto a soggetti «deboli» in un quadro di lotta alla povertà e all’esclusione sociale e di confronto con le realtà del bisogno e della marginalità.

La proposta, rispettosa delle personali idee e convinzioni, è aperta a tutte le ragazze, non si contraddistingue dal punto di vista confessionale – pur nella caratterizzazione ecclesiale della Caritas – e pone come unica condizione l’adesione al progetto.

Un cantiere aperto e permanentePur essendo più facilmente approcciabile da giovani con formazione umanistica o specificamente orientata a servizi sociosanitari, la proposta della Caritas si rivolge non tanto a «professioniste del sociale», ma a tutte quelle giovani che intendono – in dialogo con loro coetanee e col supporto di figure adulte di riferimento – interrogarsi sul significato della propria vita e delle scelte presenti e future. Nella chiarezza della proposta, il progetto si definisce aperto sia nel senso di tenere conto delle esigenze delle ragazze che vi vorranno aderire, nel rispetto dei rispettivi percorsi di studio o di lavoro; sia nel senso di accogliere le proposte, i suggerimenti e le critiche.Il «Servizio civile delle ragazze» vuole essere un cantiere aperto permanente, non «per» ma «con» i giovani. Uno spazio in cui non sono i «grandi» ad interrogare i giovani, ma sono questi a fare «domande scomode» agli adulti. Percorso personalizzato di formazioneNel servizio civile femminile in Caritas viene dedicata particolare cura all’inserimento delle candidate, attraverso un percorso personalizzato di formazione e tirocinio che inizia prima e continua durante il servizio civile, attraverso la formazione a livello nazionale e locale, fino all’uscita dall’esperienza – col riconoscimento a valere come credito formativo, tirocinio e/o attestato di servizio – e al reinvestimento nei contesti di provenienza.

La formazione proposta durante il servizio civile rappresenta l’aspetto qualificante del progetto. Essa risponde ai bisogni della persona nella sua completezza e come tale non si esaurisce nella pur importante trasmissione di conoscenze, ma si traduce in un accompagnamento personale e di gruppo, affrontando la dimensione emotiva, le dinamiche interpersonali, le relazioni sociali e l’inserimento in un’organizzazione.

Il rapporto fra ragazza in servizio civile e Caritas viene definito nel «contratto di servizio civile» e relativo «piano d’impiego individuale», traducendo così il rispetto dei percorsi individuali e delle esigenze delle aderenti in precisi diritti/doveri reciproci e corrispondenti responsabilità.

Attività innovative per un impegno di dodici mesiAlle ragazze in servizio civile vengono proposte attività innovative, per un impegno di 12 mesi, nel campo dei servizi sociali: prevenzione e reinserimento, assistenza socio-sanitaria, educazione, diritti di cittadinanza, con particolare riferimento alla condizione femminile, delle famiglie e dei minori per il rafforzamento delle reti di solidarietà sociale e per promuovere la pace e la nonviolenza.

Il progetto prevede la possibilità di svolgere periodi di servizio civile all’estero all’interno di programmi finalizzati al confronto/scambio con analoghe esperienze significative, per modalità di realizzazione di interventi, acquisizione di nuove conoscenze o informazioni; oppure ancora per completare percorsi formativi o per approfondimenti specifici. Analogamente è possibile svolgere periodi di servizio in sedi diverse da quella di assegnazione.

Collaborazione con la Cei e ruolo delle diocesiIl progetto, la cui titolarità è di Caritas italiana, viene promosso in collaborazione con il Servizio di pastorale giovanile della Cei e realizzato nelle Caritas diocesane che aderiscono al progetto.

Alle Caritas diocesane – singolarmente, o con altre diocesi o a livello regionale – viene richiesta la sottoscrizione del progetto da parte dei vescovi, dei direttori delle Caritas diocesane, dei responsabili della pastorale giovanile e dei responsabili del servizio civile e la definizione del «Progetto operativo diocesano» rinnovabile annualmente.

Vengono privilegiate le Caritas con personale qualificato, ossia dotate di responsabili del servizio civile che abbiano ricevuto attestazione da Caritas italiana per percorsi formativi completati e/o curriculum vitae.

Convenzione con l’Università di PisaStipulando una convenzione con l’Università di Pisa per il rilascio di credito formativo nel corso di laurea in «Scienze per la pace», Caritas italiana ha posto le basi per accordi analoghi con altre università. In particolare, le Caritas diocesane che aderiscono al progetto potranno definire o implementare accordi analoghi con Università o altri istituti di formazione del rispettivo territorio.

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Il sito dell’Ufficio nazionale del servizio civile

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