Toscana

Servizio civile: i toscani ci credono ma non lo conoscono

di Francesca Franciolini

Tutti lo hanno sentito nominare, ma nessuno lo conosce. Non stiamo parlando di un misterioso individuo, ma di come viene percepito il Servizio civile nazionale in Toscana. Una contraddizione che emerge dall’indagine svolta dall’Istituto Doxa per conto della Regione Toscana, presentata lo scorso 19 giugno a Palazzo Bastogi (FI). Scopo dell’indagine: testare la conoscenza e le opinioni dei cittadini toscani sul Servizio civile nazionale (Snc), per migliorarne il progetto di promozione affidato a Crescit (Conferenza regionale per il Servizio civile in Toscana). La rilevazione dei dati è stata svolta attraverso interviste telefoniche, eseguite dal 7 all’11 maggio 2008, su un campione rappresentativo di 1000 individui over 15.

Conoscenza generale. Il primo dato rilevato che colpisce positivamente riguarda la conoscenza generale del Servizio civile nazionale. Alla domanda «Lei ha mai sentito parlare del Snc volontario?», ben il 70% degli intervistati ha risposto affermativamente, solo il 30% ha risposto negativamente. Nello specifico, sono i maschi tra i 15 e i 34 anni (77,1%), quelli oltre i 54 anni (77,3%) e le femmine fra i 15 e i 34 anni (71,3%) che dichiarano di conoscere in larga misura il servizio civile.

Le aree geografiche nelle quali si riscontra la maggiore conoscenza del Scn sono Firenze (77,7%), Pisa (76,5%) e Prato (75%). All’ultimo posto troviamo Livorno con il 63%. In generale la conoscenza è maggiore nei centri urbani con più di 100.000 abitanti (78,6%). Chi dichiara di conoscere il servizio civile è per il 76,3% occupato, per il 68,3% studente e per il 64,3% non occupato.

Conoscenza specifica. A coloro che hanno affermato di conoscere il Scn, è stato domandato in cosa consiste secondo loro. Le percentuali scaturite (da risposte spontanee) ci dicono che per il 40,3% degli intervistati è un’attività di aiuto alle persone in difficoltà, di assistenza agli anziani e/o a disabili e ai malati, mentre per il 33,3% dei casi si tratta di un’attività di volontariato. Interessante notare che il 28,3% degli intervistati ha una percezione del servizio civile legata al passato e alla vecchia funzione di alternativa al servizio militare. Ben il 79,9% del campione è venuto a conoscenza del Servizio civile attraverso i mezzi di comunicazione (televisione, stampa), come era facile prevedere, mentre un significativo 25,6% attraverso amici, parenti , conoscenti che lo hanno svolto.

Opinioni generali. Colpisce la percentuale di intervistati che ha dichiarato di avere un’opinione positiva sul servizio civile, ben il 92% del totale (il 34% molto positiva, il 58% abbastanza positiva). Una percentuale al di sopra della media nazionale (rilevata nel 2006) che si attesta sull’82%. Le motivazioni del giudizio positivo sono varie: per il 35,7% degli intervistati perché  rappresenta un momento di formazione per i giovani, per il 28,8% perché è un aiuto alle persone in difficoltà, per il 18,7% perché è un supporto utile per le attività lavorative.

Fra coloro che hanno espresso un giudizio negativo (3% del totale), le motivazioni principali sono: perché è una perdita di tempo (24,6%), perché non è un momento di formazione per i giovani (22,1%), perché il servizio viene retribuito poco (15,6%), perché per i giovani è più utile l’esperienza del servizio militare (9,3%).

Altro dato particolarmente interessante è quello relativo alla creazione di maggiori possibilità di svolgere il servizio civile (più posti, maggiori finanziamenti). Dall’indagine risulta che il 69% degli intervistati si dichiara completamente d’accordo su tale necessità, il 16% abbastanza d’accordo. Un atteggiamento insolito da parte dell’opinione pubblica, che raramente è favorevole all’utilizzo di denaro pubblico per i finanziamenti.

Questo significa che il servizio civile nazionale è realmente percepito come uno strumento di utilità sociale, non solo per l’aiuto che porta ai bisognosi, all’ambiente, alla sicurezza e alla cultura, ma anche per la formazione che offre ai giovani.

Aree di attività e atteggiamenti. Le principali aree di intervento dei volontari del servizio civile secondo gli intervistati sono: al primo posto «assistenza alle categorie svantaggiate», al secondo «territorio e/o ambiente», al terzo «intercultura/diritti umani», al quarto «sanità» e all’ultimo «sicurezza». Per la maggior parte degli intervistati il servizio civile è uno strumento per aiutare le fasce più deboli della società, un’occasione per svolgere attività di volontariato ed un’opportunità di formazione culturale.

In pochi considerano il Scn come un modo per difendere la Patria, probabilmente perché nell’immaginario collettivo si associa la difesa con le forze militari, senza pensare che i servizi alla persona, alla vita, sono un modo diverso ma altrettanto utile di difendere e servire il nostro Paese. Gli intervistati hanno dimostrato di non considerare il Scn come un’opportunità di lavoro, senza sapere che invece può esserlo, può diventare un’esperienza che introduce al mondo del lavoro, spesso proprio all’interno degli enti in cui si è svolto il servizio.

Conoscenza di chi ha svolto il servizio civile. Se da una parte la maggioranza degli intervistati ha dichiarato di conoscere il servizio civile, dall’altra il 70% di loro non ha conoscenti o parenti che lo svolgono. Di contro, il 23% del totale ha dichiarato di conoscere qualcuno che lo ha svolto in passato e il 7% di conoscere persone che lo svolgono attualmente. Tra questi il 51,9% dice che i conoscenti che svolgono o svolgevano il Scn lo fanno o lo hanno fatto come volontari, dopo la legge del 2001 che ha abolito il servizio di leva obbligatorio.

Un dato interessante è quello che riguarda il settore e/o l’organizzazione presso cui il servizio civile è o è stato svolto dai conoscenti: il 29,7% del totale ha dichiarato di non ricordarlo. I settori più citati sono comunque quelli dei servizi sociali, degli anziani e dei disabili (17,7%), il settore sanitario/Croce Rossa (16,7%), la Misericordia/Caritas (11,1%).

Nel 90% dei casi gli intervistati hanno dichiarato di non conoscere nessuno che usufruisce o ha usufruito del Servizio civile, il restante 10%, invece, ha avuto esperienze in questo senso. All’interno di questo 10% il grado di soddisfazione per il servizio ottenuto è pari al 95%.

LA SCHEDA

Servizio civile nazionale (Scn) rappresenta un’occasione per i giovani di crescita personale, un’opportunità di educazione alla cittadinanza attiva, uno strumento per rendersi utili agli altri, contribuendo allo sviluppo sociale, culturale ed economico del nostro Paese.

Come è compostoNel Servizio civile nazionale operano vari attori, fra cui lo Stato, che ne gestisce l’intero sistema, gli Enti, che promuovono i progetti e i volontari che dedicano un anno della propria vita al servizio del Paese e degli altri.

A chi è rivolto. Il Scn è aperto a tutti i cittadini italiani con un’età compresa tra i 18 e i 28 anni.

Come si partecipa. Per diventare volontari del Servizio Civile Nazionale è necessario compilare la domanda di iscrizione ai bandi che periodicamente l’Ufficio nazionale per il servizio civile (Usnc) emana. La domanda deve essere presentata all’Ente che realizza il progetto. Per ogni progetto promosso sono disponibili un numero limitato di posti, ai quali si accede tramite concorso. Ad ogni bando è allegato l’elenco dei progetti tra i quali è possibile scegliere. Sul sito internet dell’Usnc (www.serviziocivile.it) sono reperibili i testi integrali dei bandi e tutte le informazioni relative al loro inizio e alla loro scadenza.

Quanto dura. La durata del SCN è di 12 mesi per un impegno di 30 ore settimanali. È previsto un compenso mensile di 433,80 €.

Aree di intervento. I settori di intervento del Servizio Civile sono diversi e si possono dividere in 6 aree di riferimento: assistenza, Protezione Civile, ambiente, patrimonio artistico e culturale, educazione e promozione culturale, estero.

Informazioni. Sito Internet Usnc www.serviziocivile.itCall Center: 848 – 800715 dal lunedì al venerdì (8:30 – 19:30) al costo di una telefonata urbana. Domande alla Caritas regionale entro il 7 luglioIl Servizio civile nazionale può essere svolto in diversi ambiti. Uno di questi è Caritas, organismo pastorale della Cei (Conferenza episcopale italiana) per la promozione della carità, istituita nel 1971 per volere di Paolo VI. L’accesso al Servizio civile in Caritas è un processo composto da diverse fasi: un colloquio preliminare a cura della Caritas Diocesana, il tirocinio osservativo, un corso propedeutico, la valutazione del selettore e infine le graduatorie.

I giovani interessati al progetto per il quale intendono presentare domanda, devono sostenere un colloquio con il responsabile del Scn della Caritas Diocesana, durante il quale verranno informati più dettagliatamente sul progetto e sugli aspetti formali dell’iscrizione.

Durante il colloquio i candidati riceveranno il testo del bando (l’ultimo bando emanato è quello del 6 giugno 2008) la documentazione sugli aspetti normativi e sulla legislazione vigente, le informazioni sulle caratteristiche del bando, lo statuto della Caritas.

Se il colloquio ha esito positivo i ragazzi vengono avviati al tirocinio osservativo nei centri in cui di svolgerà il progetto, per poi passare al colloquio selettivo formale che corrisponde al corso propedeutico.

I vari colloqui sono indispensabili per cercare di far capire ai giovani cosa è realmente il Servizio Civile, per renderli pienamente consapevoli del percorso che intendono iniziare.

Il Scn non è un «lavoro a tempo determinato», né una semplice esperienza di volontariato retribuita vicino a casa. Il Servizio civile è un’esperienza di cittadinanza attiva a servizio del prossimo, un’esperienza di solidarietà concreta, un’opportunità di crescita personale e professionale, che richiede un impegno serio e motivato.

Per quanto riguarda i bandi attualmente aperti, le domande e la documentazione necessaria devono essere spedite alla Caritas entro e non oltre il 7 luglio 2008 alle ore 14.

La documentazione che deve essere inviata, oltre a quella ricevuta durante il colloquio personale, è: una copia della Carta d’identità, una copia del codice fiscale, l’originale del curriculum vitae, una copia del titolo di studio più recente, eventuali fotocopie di attività formative e/o esperienze di volontariato, l’originale del certificato medico, una copia della tessera sanitaria.

I progetti di Caritas italiana finanziati dalla Regione Toscana, per i quali è possibile fare domanda sono vari e coinvolgono le province di Firenze, Pisa, Prato, Arezzo, Grosseto, Volterra.

Ogni progetto ha la durata di un anno, con un impegno di 30 ore settimanali. È previsto un rimborso di 433 € mensili. Si ricorda che la data di avvio al servizio per i progetti in Italia è mercoledì 1 ottobre 2008.

Per informazioni sulla tipologia dei progetti finanziati visitare il sito internet di Caritas Italiana www.caritasitaliana.it oppure il sito internet dell’USCN www.serviziocivile.it