Toscana
Servizio civile, esperienza per pochi
DI SIMONE PITOSSI
Il servizio civile, purtroppo, riguarda un numero limitato di giovani toscani. Davvero troppo pochi hanno la possibilità di scegliere questa strada. È Luca Orsoni, presidente del Crescit (Conferenza Regionale degli Enti di Servizio Civile in Toscana) a lanciare l’allarme. L’occasione è la presentazione del Rapporto annuale sul servizio civile in Toscana che, quest’anno, giunge alla terza edizione. «Frutto della collaborazione ormai pluriennale tra Regione Toscana e (CRESCIT) spiega Orsoni il rapporto intende offrire uno spaccato dell’esperienza del servizio civile nella nostra Regione.
Questo terzo rapporto si inserisce in un momento molto importante per i giovani della Toscana: la Regione infatti sta investendo non poche risorse per avviare azioni e strumenti per lo sviluppo del percorso di crescita e autonomia del giovane, all’interno della propria relazione nella società e accanto a processi rinnovati di cittadinanza, che ha nella responsabilità reciproca il nodo centrale dello sviluppo dei giovani in Toscana». Il servizio civile è dunque uno di questi strumenti «permettendo ai giovani di sperimentarsi nella costruzione di una società e una Toscana più coesa, più responsabile, più condividente». «Purtroppo sottolinea il presidente del Crescit anche da questo rapporto emerge in maniera evidente come ad oggi il servizio civile sia una esperienza che riguarda un numero limitato di giovani. La sperimentazione del Servizio Civile Regionale, accanto a quello Nazionale, con alcuni bandi già avviati, ha permesso di incrementare l’investimento economico in questa significativa esperienza».
Nel 2010 sono stati solo 2167 quelli selezionati su oltre 5 mila che hanno fatto domanda. «Con il Servizio Civile continua i giovani hanno la possibilità di dedicare un anno della propria vita a favore di un impegno solidaristico. Il servizio civile garantisce ai giovani una forte valenza educativa e formativa, è una importante occasione di crescita personale, una opportunità di educazione alla cittadinanza attiva, un prezioso strumento per aiutare le fasce più deboli della società contribuendo allo sviluppo sociale, culturale ed economico del nostro Paese. Chi sceglie di impegnarsi per dodici mesi nel Servizio civile volontario, sia esso nazionale o regionale, sceglie di aggiungere un’esperienza qualifi cante al proprio bagaglio di conoscenze, spendibile nel corso della vita lavorativa e che talvolta si tramuta in opportunità di lavoro, e nel contempo si assicura una sia pur minima autonomia economica».
Orsoni sottolinea poi la valenza formativa. «Sostengo da sempre spiega che il servizio civile dovrebbe diventare un momento imprescindibile di formazione per i nostri giovani: è un’esperienza che resta per tutta la vita e può aiutare molto a irrobustire la personalità giovanile, a rendersi conto che non siamo isole, che ciascuno è in relazione con gli altri e che i problemi e le diffi coltà che altri hanno potrebbero essere, a volte nella vita, le nostre. Centinaia di volti, storie, esperienze, incontrati in questi anni ci dicono che è importante investire sul servizio civile. E non solo sui giovani che vi partecipano, ma anche sulle figure adulte di riferimento: insieme – giovani e adulti – hanno compiuto, spesso inconsapevolmente, un percorso che li ha aiutati a costruire certezze, non solo per l’oggi, ma anche per il domani».
Il presidente del Crescit conclude con la una speranza: «Invertire la rovinosa rotta che almeno a livello nazionale sta portano allo smantellamento di questa esperienza».