Una giornata di studi a Sansepolcro per approfondire la complessa macchina dell’integrazione dei servizi socio-sanitari e anche per riflettere sul futuro sempre più incerto della Comunità montana in Valtiberina. Questo l’obiettivo del convegno tenutosi in Palazzo delle Laudi, promosso dal Centro «Franco Basaglia» di Arezzo, a cui hanno preso parte il sindaco Franco Polcri e Mario Menichella, assessore alla sanità di Sansepolcro, oltre ai delegati della Provincia di Arezzo nelle persone del vicepresidente Mirella Ricci e dell’assessore Carla Borghesi. Da un’attenta analisi della situazione attuale del sistema sanitario sono emerse situazioni di criticità, in particolare riguardo al controllo. Oggi i poteri decisionali sono prerogativa del direttore sanitario e non c’è modo di esercitare nessuna forma di verifica sul suo operato. Fermo restando che la gestione dei servizi debba rimanere all’Azienda sanitaria locale, si mostra la necessità di riportare nelle competenze degli enti pubblici il compito di regolare e controllare. La regolamentazione regionale prevede la costituzione di un organo preposto alla supervisione ravvisato nella Società della salute. Tuttavia, quando non ci sono le condizioni per la formazione della Società, deve essere la Comunità montana a svolgerne le funzioni. Da qui la proposta di Giovanni Menicatti del Centro Basaglia: cercare un accordo con Regione, Provincia e Asl affinché le prerogative della Società della salute rimangano alla Comunità montana. Una proposta appoggiata da tutti i convenuti non solo perché questo permetterebbe un enorme risparmio di risorse evitando di costituire un nuovo organo, ma soprattutto perché la Comunità montana ha già dimostrato la competenza necessaria in materia. Come ricordato dall’assessore al sociale della Comunità montana, Alberto Santucci, da dieci anni l’organismo gestisce i servizi sociali in forma associata su delega dei Comuni e da tre anni gestisce il fondo regionale. Inoltre coincide perfettamente con la zona socio-sanitaria ed è un ente pubblico, che rappresenta l’unione dei Comuni della Valtiberina e, in quanto istituzione riconosciuta, ha tutte le carte in regola per occuparsi dei servizi socio-sanitari.Elena Girolimoni