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SENTENZA COGNE: FAVRE (DIOCESI AOSTA), «RISPETTO PER UN DOLORE GRANDE E PROFONDO»
“Dire che la condanna a 30 anni ad Anna Maria Franzoni per l’omicidio del figlio Samuele siano una sentenza giusta per una giusta giustizia’ è sicuramente un giudizio duro che però tradisce il senso di sollievo di tutta una comunità per l’apparente fine di un incubo”. Lo sostiene Fabrizio Favre, direttore del settimanale della diocesi di Aosta, “Il Corriere della Valle D’Aosta” che, in una dichiarazione al Sir, ricorda che “non spetta ai mezzi di informazione trasformarsi in un aula di tribunale e dibattere su un simile fatto di sangue. Ci deve essere rispetto per un dolore che, indipendentemente da chi sia il carnefice, è grande e colpisce una famiglia in profondità. E che per tre anni e mezzo ha fatto sentire la piccola comunità di Cogne schiacciata sotto l’ombra di un terribile sospetto”. La sentenza del 19 luglio, secondo Favre, “sembra la fine di un’esposizione mediatica che aveva fatto di Cogne un luogo per antonomasia nell’immaginario dei delitti efferati”. Gli ingredienti della storia, “una piccola comunità situata in uno scenario splendido, una famiglia unita, da pochi anni nella località, protagonisti di livello nazionale come gli avvocati Federico Grosso e Carlo Taormina, addirittura sospetti di influenze politiche”, hanno contribuito “ad assicurare una fitta serie di colpi di scena a tutta la vicenda, sotto una regia, probabilmente inconsapevole, ma dotata di grande senso dello spettacolo”.