Il vescovo di Pistoia, Mansueto Bianchi, si è incontrato a Dakar, capitale del Senegal, con i familiari di Samb e Diop, i due senegalesi uccisi dal neofascista pistoiese Gianluca Casseri. Un gesto di attenzione e solidarietà da parte nostra, ricambiato da un calore umano che mi ha particolarmente colpito e commosso: questo il commento di mons. Bianchi, partito per il Senegal sabato scorso insieme a una delegazione di una onlus pistoiese («Una scuola e un pozzo in Africa») fondata da Vinicio Nesti e attiva da diversi anni proprio sul fronte della cooperazione internazionale con il Senegal.Quello che sui giornali è una semplice notizia prosegue il commento di mons. Bianchi affidato a Facebook quando si incontrano le persone diventa tragedia con volti visibili e vite concrete: i familiari si sono presentati con grande dignità e grande tristezza; venivano dai villaggi interni dopo un viaggio lungo e difficile; si erano messi il vestito migliore. Noi ci siamo resi conto in presa diretta di come il gesto dell’omicida abbia reciso il filo della speranza per due famiglie, soprattutto per una bambina di 13 anni che non ha mai visto il padre e per un bimbo di 5 anni. Davanti a questi volti e a queste vite prosegue mons. Bianchi – ci si accorge di quanto siano vuoti e controproducenti certi modi di pensare e di parlare che mettono gli extracomunitari sotto il segno del sospetto e della diffidenza. Ma loro sono persone disperate che cercano di non fare naufragio nella vita.All’incontro erano presenti anche il presidente e il segretario generale della associazione dei senegalesi di Firenze. La presenza della delegazione pistoiese è stata molto apprezzata. I familiari delle vittime hanno anche citato un proverbio senegalese secondo cui il gesto più grande di vicinanza e di riparazione è incontrare personalmente l’offeso.Ogni anno, in gennaio, alcuni membri della onlus pistoiese si recano in Africa per portare concreti segni di solidarietà soprattutto nel settore educativo e socio-sanitario: il viaggio 2012 (il rientro in Italia è previsto sabato 21 gennaio) era già programmato quando, il 13 dicembre, a Firenze è avvenuto il dramma.Subito dopo l’assassinio dei due senegalesi il presidentedell’associazione, don Piergiorgio Baronti parroco nella frazione Bottegone di Pistoia, manifestò la volontà di poter incontrare proprio i familiari delle vittime. E ciò è avvenuto domenica scorsa, a Dakar, come testimoniato dai messaggi facebook arrivati al sito della diocesi toscana (www.diocesipistoia.it) .All’ora di pranzo, dopo la Messa celebrata da mons. Bianchi nella cattedrale di Dakar, la delegazione pistoiese si è incontrata con le famiglie di Samb Modou (40 anni) e Diop Mor (54 anni). E’ stato offerto un aiuto economico e si è ipotizzato un percorso per sostenere gli studi dei figli.“Nel pomeriggio – prosegue il racconto tramite Fb – siamo andati a trovare il cardinale di Dakar (Théodore Adrien Sarr) che ci ha ricevuto nella sua abitazione. Il vescovo Bianchi ha posto domande relative ai rapporti fra le religioni, in particolare tra musulmani e cattolici. Il cardinale ha precisato che sono rapporti molto buoni, di buona convivenza e ha illustrato un progetto, a lungo termine, per la costruzione di un santuario cattolico dedicato a San Paolo”.A rendere ancor più particolare l’incontro è la circostanza che l’assassinio dei due senegalesi giunti in Italia per trovare lavoro è stato il pistoiese (residente nella frazione collinare di Cireglio) Gianluca Casseri: il neofascista che poi si è tolto la vita nel posteggio del mercato di San Lorenzo.Da notare che un mese esatto prima dell’omicidio, Pistoia aveva ospitato proprio il cardinale senegalese, cui era stato consegnato il premio 2011 per la Pace, intitolato a Giorgio La Pira, da parte del Centro studi Giuseppe Donati. E la sera prima di ricevere il premio, il 12 novembre 2011, il card. Sarr – che è anche presidente della Conferenza Episcopale del Senegal – partecipò a una iniziativa di beneficenza proprio al Bottegone nella cui parrocchia (San’Angelo a Piuvica) guidata da don Baronti, il vice parroco è di origine senegalese: don Isak Sagna, nato nel 1975 e ordinato sacerdote nel 2002.