Toscana
Secondo figlio, si discute sul bonus
«Si tratta spiegano al Ministero di un’importante misura a sostegno della natalità e della famiglia, inserita nel cosiddetto maxi decreto fiscale. È un’altra misura che si concretizza tra quelle presentate nel Libro bianco del welfare, misura che nel lungo periodo si pone tra l’altro l’obiettivo di riequilibrare il problema demografico italiano».
Il Ministro del welfare, Roberto Maroni, si è dichiarato «estremamente soddisfatto per l’attuazione di un provvedimento fondamentale per le politiche di sostegno alla famiglia, perno centrale della nostra società. Se il bonus di 1.000 euro per i figli successivi al primo si rivelerà efficace sulla natalità, l’incentivo sarà reso permanente, e, se troveremo le risorse ha detto ancora il ministro , sarà esteso anche al primo figlio. Per verificare l’efficacia dell’incentivo, è stato istituito presso l’Inps un gruppo di monitoraggio. Settimana dopo settimana renderemo noti i dati rispetto all’anno precedente, anche se le differenze non si vedranno dal primo di dicembre, ma a da maggio dell’anno prossimo, mese dal quale potremo verificare se l’incentivo funziona».
L’iniziativa del Ministero delle politiche sociali non ha però raccolto grandi entusiasmi, a partire dal Forum delle associazioni familiari: «Dopo mesi di promesse e di attese ci dobbiamo arrendere affermano i responsabili nazionali del Forum all’evidenza che la Finanziaria varata dal Governo non rispetta gli impegni presi quando un ordine del giorno del Parlamento aveva impegnato il Governo ad avviare, fin da questa Finanziaria, politiche familiari strutturali ed in particolare deduzioni corrispondenti alla spesa sostenuta per i figli a carico. Ed invece l’unica proposta che è stata avanzata è quella di un bonus per i figli che nasceranno nei prossimi mesi, ma solo per i figli dal secondo in su».
Il Forum prende atto «che questo bonus rappresenta un segnale di attenzione ai costi sostenuti dalla famiglia per i figli. Ma si tratta di un segnale debole perché limitato nel tempo e nell’importo e soprattutto perché ignora i figli primogeniti».
Proprio per ovviare almeno in parte «alla debolezza di questo provvedimento e per evitare la confusione tra politiche familiari e politiche a sostegno della natalità», il Forum chiede «che il bonus venga esteso a tutti i nuovi nati, ivi compresi i primogeniti».
Più conciliante il presidente toscano del Forum, Alfonso Cipriani, a giudizio del quale il bonus «è un passo, sia pure modesto, verso una legislazione improntata al favor familiae molto carente nel nostro ordinamento». Cipriani, inoltre, non concorda con chi censura il provvedimento perché l’erogazione del bonus non fa riferimento al reddito: «Non bisogna dice confondere la normativa diretta ad intervenire sulle singole situazioni di bisogno, con quella diretta a promuovere le risorse della società come va considerata la nascita di un figlio. Famiglie povere e famiglie ricche che conoscono il ruolo sociale che possono e vogliono svolgere, sono una grande risorsa per l’intera società».
Qui in Toscana, a smontare l’iniziativa ci ha pensato un ricercatore dell’Irpet, Nicola Sciclone, il quale parla di «cifra simbolica» e «poco efficace per fronteggiare i costi che l’arrivo di un secondo figlio comporta». Sarebbe stato più opportuno, a giudizio del ricercatore dell’Istituto regionale per la programmazione economica della Toscana, «aumentare le detrazioni fiscali per i figli a carico o introdurre fra gli oneri detraibili, o fra quelli deducibili, le spese di alcune voci significative come ad esempio la baby sitter e gli asili nido. Il Governo ha deciso diversamente e con molta probabilità l’impatto del bonus sulla fertilità degli italiani sarà praticamente nullo».
«Questo l’ho detto anch’io risponde la Sestini . Il problema è che le detrazioni fiscali non sono possibili per motivi di bilancio. Culturalmente sono molto più favorevole alle detrazioni, in quanto rispettano il principio di sussidiarietà. Sarebbe dunque stato meglio, sono d’accordo, ma noi un segnale d’attenzione volevamo darlo lo stesso, anzi: personalmente rivendico di aver rimesso la famiglia al centro delle politiche sociali, di aver ricominciato ad investire sulla famiglia».
Infine, gli spot: qualcuno dice che costeranno più del bonus… «Assolutamente no replica il sottosegretario : gli spot televisivi sono fatti negli spazi gratuiti e rientrano in una convenzione con la Rai, mentre la realizzazione, a costi contenuti, è curata dalla presidenza del Consiglio. Lo spot non è propaganda del Governo, è pura informazione».