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Se un cinese tossisce…

“Con le notizie che arrivano sulla Sars, tra i cinesi di Prato e Firenze si hanno le prime ripercussioni nell’ambito del lavoro: c’è stato un calo di attività nei ristoranti, nelle aziende di pelletteria e in quelle di import-export dalla Cina”. A parlare è don Giovanni Momigli, parroco di San Donnino, in località Campi di Bisenzio, nella periferia di Firenze, detto anche “il parroco dei cinesi” perché la comunità di queste zone, con oltre 40.000 presenze tra Firenze e Prato, è la più numerosa in Italia.

Don Momigli, che è anche responsabile della pastorale sociale della diocesi di Firenze, racconta di una crisi economica che ha colpito il settore delle attività gestite dai cinesi, anche se le scuole – dove la maggioranza degli studenti sono cinesi – e la convivenza quotidiana con gli italiani continua nella normalità, tranne qualche caso isolato. “A volte succede che quando tossisce un bambino cinese qualcuno si allontani – dice -. Oppure, in una fabbrica di pelletteria, hanno fatto indossare le mascherine agli operai. C’è purtroppo un enorme allarmismo ma manca l’informazione reale. E si sa che in questi casi la razionalità non vince mai e la paura prende il sopravvento”. Piuttosto, il timore di don Momigli, che conosce molto bene le dinamiche interne alla comunità cinese, è che “essendo timorosi e con la tendenza ai sensi di colpa, non vorrei che nel caso si manifestasse qualche sintomo lo segnalassero solo quando è ormai troppo tardi”.

“Riguardo al dramma della Sars la situazione nella comunità cinese di Prato è al momento tranquilla” dice invece all’Agenzia Fides padre Giovanni, missionario del Pime, che lavora a Prato nella comunità cinese (circa 18.000 persone) occupandosi dell’assistenza spirituale e degli aspetti di ordine sociale, in collaborazione con la Caritas locale. Padre Giovanni sottolinea l’assoluta normalità della vita quotidiana a Prato e la mancanza di qualsiasi fenomeno di discriminazione da parte degli italiani: “La vita di ogni giorno, il lavoro e la convivenza pacifica tra italiani e cinesi vanno avanti come sempre”. Le preoccupazioni possono arrivare dall’immigrazione clandestina, che sfugge ai controlli doganali e sanitari. “Tuttavia proprio il problema della Sars ha fatto diminuire considerevolmente il numero di questi immigrati – conclude p. Giovanni – dal momento che sono state adottati controlli molto severi alle frontiere cinesi e degli altri Paesi europei”. Il 3 maggio le strutture pubbliche hanno anche convocato un incontro con i diversi rappresentanti della comunità cinese per affrontare il tema della prevenzione e vengono distribuiti volantini che spiegano le precauzioni igieniche e le eventuali misure da adottare in caso di sintomi che facessero pensare alla polmonite atipica. (P.C.)

Prato, la Sars fa paura