Cultura & Società
Se l’Euro è complicato la Lira toscana era peggio
L’operazione del 1860 fu allora chiamata «baratto» ma questa parola non aveva alcun malevolo significato e apparteneva al linguaggio ufficiale e familiare del tempo per indicare qualsiasi scambio.
La Toscana granducale era in Europa famosa per le sue buone condizioni di vita. Eppure in una società civile in gran parte agricola diventava un difficile problema procurarsi le occasioni per guadagnare moneta contante. I giovani che si volevano rendere indipendenti dovevano lasciare la casa e cercare lavoro come braccianti od operai. Le giovani contadine si procuravano qualche lira offrendosi come balie. L’Istituto degli Innocenti di Firenze dava a balia i bambini alle giovani spose che diventavano affettuose mamme anche di questi piccini e in più avevano la gioia di poter disporre di qualche lira, per la prima volta nella loro vita.
La «Tavola» che possiamo immaginare come la più semplice e diffusa mostrava i valori corrispettivi da una Lira toscana a una italiana (0,84) fino a 99 lire toscane (equivalenti a 83,16 lire nuove italiane). C’erano anche i ragguagli per i quattrini, spiccioli di uso più corrente (un quattrino era pari a 0,014 lire italiane). Per le piccole monete si fissarono con decreto valori un po’ approssimati per semplificare i calcoli.
La «Lira italiana» emessa nel 1860 a Firenze fu sostituita a sua volta con quelle del Regno davvero unitario del 1861 mentre non tutte le vecchie monete granducali furono messe subito fuori corso. Ben vent’anni dopo il «baratto» si continuarono a emettere fatture o listini di prezzi col corrispettivo in vecchie monete toscane granducali. Troppo lunga era stata la storia della vecchia Toscana perché i ricordi scomparissero dalla vita di ogni giorno.
La nuova lira italiana aveva un valore pari a quello del Franco francese. Da allora nell’uso popolare il Franco divenne sinonimo di Lira e il cambio alla pari fu stabilito per molti decenni dall’Unione monetaria latina, l’organizzazione che è considerata precorritrice dell’Unione monetaria europea e del sistema dell’Euro. Ma questa è un’altra storia.