Lettere in redazione
Se la stampa attacca Chiesa e Papa
A volte mi domando: perché i cattolici non scrivono anch’essi alle redazioni dei giornali per replicare o esprimere le proprie opinioni? Io a volte lo faccio e ogni tanto le pubblicano. Anche i sacerdoti potrebbero intervenire e potrebbero far sentire la propria voce ad un pubblico più vasto.
Ricordo che tempo fa Lei suggeriva ai lettori di «Toscanaoggi» di non acquistare più «Repubblica» almeno fino a quando non cambieranno linea editoriale. Io l’ho fatto da tempo, mi auguro che lo facciano tanti altri.
E’ vero, caro Salvadori: sparare sarcasmo e malignità sulla Chiesa e le sue Istituzioni sembra diventato uno sport nazionale e diffuso che ha i suoi effetti, come lei dice, sui lettori meno preparati. E anche tanti cattolici ne sono influenzati. La Chiesa è accusata di interventi in ambiti che non le sono propri e di violare così la laicità dello Stato. Dovrebbe restare in sacrestia e non intervenire su questioni socio-politiche, su problemi che hanno chiare implicanze etiche che non le competono. Con alcune, per dir così, incongruenze curiose: se il Papa, come è accaduto di recente, dopo maturo esame e a ben precise condizioni stabilisce che può essere usato il messale anteriore a quello di Paolo VI il messale di Pio V si grida allo scandalo, al Concilio tradito e alla Chiesa conservatrice. Eppure se la Caritas interviene anche con forza su ingiustizie nei confronti degli immigrati si grida, ovviamente da giornali di altra parte politica che è faziosa e unilaterale.
Come reagire a questo andazzo? Per la verità non ricordo di aver esortato i lettori di Toscanaoggi a non comprare, per esempio, «Repubblica», perché non credo che avrebbe grande efficacia, anche se spesso è il giornale di riferimento di tanti cattolici, anche di sacerdoti, che snobbano con sufficienza i mezzi di comunicazione di ispirazione cristiana perché… non sono liberi, mentre magari lodano l’indipendenza degli altri.
La sua proposta mi sembra invece realistica e efficace: scrivere al direttore del giornale, precisando i fatti, a volte veramente stravolti, manifestando la nostra posizione e il nostro parere, contribuendo così, per quanto è possibile, al formarsi dell’opinione pubblica. Tutto questo ha una sua efficacia perché i responsabili dei giornali e soprattutto gli editori tengono conto del parere dei lettori, anche perché in fondo sono loro che comprano.