Vita Chiesa
Se la pietà è da correggere
No alla «concorrenza» tra liturgia e religiosità popolare. In passato, si legge nel testo, si sono registrati «atteggiamenti contrastanti» in merito alle diverse pratiche di religiosità popolare: «abbandono manifesto e sbrigativo» di forme di pietà popolare ereditate dal passato, oppure «attaccamento a modi imperfetti o errati di devozione, che allontanano dalla genuina rivelazione biblica». Il Direttorio mette anche in evidenza «le critiche ingiuste alla pietà popolare in nome di una presunta purità della fede». La Congregazione pontificia, in particolare, si fa portavoce dell’«esigenza di salvaguardare la ricchezza della pietà popolare»; al tempo stesso, tuttavia, fa presente il «bisogno di purificazione dagli equivoci e dai pericoli di sincretismo».
Come evangelizzare la pietà. «Il corretto rapporto tra liturgia e pietà popolare – si legge nel Direttorio – può venire turbato quando si attenua la coscienza di alcuni valori essenziali della liturgia»: un atteggiamento, questo, che va «corretto» attraverso «un’accorta azione catechistica e pastorale». «Evangelizzare la pietà popolare, porla in contatto fecondo con la parola del Vangelo»: questo il compito affidato ai vescovi e alla comunità ecclesiale, oltre che il «rimedio» principale affinché i «pii esercizi» siano «conformi alla dottrina della Chiesa» e «in armonia con la liturgia».