Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Se la Messa viene disertata dai ragazzi

Cara Equipe,mi chiamo Elena e faccio la catechista in una parrocchia di Arezzo da circa dieci anni. Seguo un gruppo di prima media e tutto sommato sono abbastanza soddisfatta di come stanno andando le cose quest’anno: i ragazzi vengono al catechismo e mostrano pure un certo interesse per quello di cui si parla, anche se è difficilissimo stimolarli e ogni settimana bisogna studiare qualcosa per attirare la loro attenzione sull’argomento trattato! C’è però un problema: questi ragazzi non vanno a Messa. Dicono che la Messa è noiosa e che non ci capiscono niente e la domenica in chiesa c’è il deserto. Abbiamo anche provato a parlarne al catechismo, abbiamo lavorato sul suo significato e spiegato le parti più difficili, ma niente è cambiato, i ragazzi a messa non vengono. Il nostro sacerdote dice che un bravo catechista si vede dalla presenza a Messa dei suoi ragazzi.Vorrei sapere cosa ne pensate e se avete un consiglio da darmi. Un saluto a tutti. Elena Cara Elena,la tua lettera non ci giunge nuova, non sei l’unica catechista alle prese con questo problema, che sperimentiamo un po’ tutti. Infatti, anche là dove i ragazzi vengono al catechismo con una certa assiduità la loro presenza a Messa è molto scarsa in tutte le parrocchie. I motivi sono diversi, emergono parlando coi ragazzi e chiedendo loro perché non vanno a Messa: c’è chi dice di non sentirne il bisogno, chi preferisce dormire, chi, come dici tu, ritiene la messa noiosa e incomprensibile, chi non si sente coinvolto, chi non ci va perché gli amici non ci vanno. Teniamo presente una cosa: la Messa fa parte del cammino catechistico e come tale è inserita in un percorso di crescita umana e spirituale. Anche la Messa va imparata, non basta dire ai ragazzi che ci si deve andare! Anzi, spesso è controproducente. La Messa non è merce di scambio né strumento di ricatto, promettere qualcosa ai ragazzi in cambio della loro presenza a Messa o minacciarli se non ci vanno è sicura garanzia della loro assenza in mancanza di questo «contratto». La Messa diventa un appuntamento importante nel momento in cui si desidera andarci, perché se non ci andiamo ci manca qualcosa. Occorre sentire il bisogno di andarci, non l’obbligo.Ti racconto una cosa: conosco un sacerdote che quando incontra qualcuno per prima cosa gli chiede se è innamorato di Gesù Cristo. A chi gli risponde di «sì» domanda com’è questo amore, se parli con lui, se lo incontri, se lo vivi. La chiave è questa: far innamorare di Gesù. È difficile, ma non impossibile. Se sei innamorato fai tutto per chi ami, non fai calcoli, ti lasci andare. Il catechismo serve a questo e la Messa fa parte della storia d’amore. Non sarà il primo appuntamento, ma mano a mano che il rapporto cresce e il legame si consolida si vuole e si dà sempre di più e allora ogni giogo diventa dolce. E se qualcosa non va per il meglio si cerca di migliorarlo, perché è importante. Noi catechisti dobbiamo aiutare i ragazzi ad innamorarsi di Gesù al punto di andare a cercarlo anche là dove lo sentono più lontano, in chiesa, alla Messa. E quando il percorso di innamoramento li porta a sedersi finalmente su una panca la domenica mattina (o in altri momenti in cui c’è la messa!) il nostro compito non è finito: coinvolgiamoli in qualche modo nella liturgia, stimoliamoli a vivere da protagonisti l’evento, non da spettatori passivi. Creiamo un ambiente accogliente, facciamoli sentire a loro agio, come se fossero lì da sempre. So perfettamente che non sempre le Messe sono a misura di ragazzo, prive di animazione, con omelie chilometriche e incomprensibili, lontane da ogni forma di gioia, ma so anche che con la buona volontà e la collaborazione dei sacerdoti la situazione può migliorare. Le famiglie in questo percorso di innamoramento potrebbero e dovrebbero essere di aiuto, anche quando loro stesse devono rimettersi in cammino. Buon lavoro e buon NataleDaniela Bartoliniequipe Ucd