Opinioni & Commenti
Se il funesto 2004 mi porterà il raffreddore
Chiaro? La dottrina parla chiaro e chiarissimo parlava già sant’Agostino, quando ammoniva: «Lungi da noi quegli insensati che attribuiscono agli astri il potere di disporre senza la volontà divina delle nostre azioni, delle nostre gioie e delle nostre sofferenze» (De Civitate Dei). Poi naturalmente la realtà ingarbuglia assai la matassa. Come in questi primi giorni dell’anno in cui gli astrologi hanno un gran daffare nel vaticinar responsi a proposito del 2004, appena cominciato e già ingombro di timori e speranze. La realtà: se do una sbirciatina al mio oroscopo e scopro che è meglio mi metta la sciarpa perché potrei prendermi un raffreddore, cosa che avrei fatto comunque essendo gennaio, denoto una sottesa «volontà di dominio sul tempo, sulla storia, sugli uomini»? Denoto forse soltanto una debolezza condivisa da tre italiani su quattro.
Tanti sono infatti i nostri concittadini che consultano gli oroscopi, anche se saltuariamente. I dati sono della ricerca Doxa del 1998; sono passati alcuni anni, ma poiché i risultati confermavano l’analoga ricerca del 1989, vien da pensare che la tendenza sia stabile. E allora: quelli che ci credono proprio, convinti che nelle stelle sia racchiuso il destino degli uomini, che alle stelle può quindi essere strappato, sono il 31 per cento, con netta prevalenza delle donne (38) sugli uomini (24). Chi non ci crede affatto sono il 44 per cento, tra cui evidentemente ci sono alcuni consultatori per curiosità: ti leggo ma per gioco. I sociologi parlano di consumo debole; debole, ma pur sempre consumo, con relativo giro d’affari. Il 31 per cento è tanto o poco? Per coincidenza, un’identica percentuale di italiani alla domenica va a messa con una certa regolarità. Fossero i credenti attenti al catechismo quanto quegli altri lo sono alle stelle, dovremmo concludere che i due gruppi sono nettamente separati: chi sta di là non può stare di qua.
Uno studio di Eta Meda Research su 1300 siti Internet di tutto il mondo rivela le tendenze dell’anno nuovo: semplicità, amore e concretezza, basta trasgressione e ritorno tra le mura domestiche, la casa-nido, la tecnologia dolce, a tavola basta cibi etnici e fusion e ritorno a concretezza, tradizione e qualità. Insomma alla ribollita. Se tutto ciò sia scritto nel cuore delle stelle lo ignoriamo. Ci basta sapere che è inciso, e da sempre, nel palato nostro. In trattoria, alla fine, la ribollita l’ordiniamo noi, il 44 per cento che delle stelle diffida. A cominciare scusate il finale viola da quelle due, minuscole ma pesanti, appese sulla casacca bianconera della Juve. Che cosa dica l’oroscopo lo ignoriamo ma per favore, almeno quest’anno qualcuno la fermi.
E Pisa si scoprì capitale dell’occulto
A proposito di magia e demonologia (Nota pastorale 1° giugno 1994)