Lettere in redazione

Se i fatti privati finiscono sui giornali

Caro Direttore,credo di rappresentare una buona parte di italiani dichiarandomi nauseata dall’eccessivo risalto che i mass media hanno dato all’esternazione della moglie di Berlusconi. Ma non ci sono cose più importanti e serie di cui parlare? Alla fine il giornale più laico si è dimostrato l’«Osservatore Romano» che nonostante disponesse di un notevole numero di moralisti, non ha scritto una sola riga su Veronica e Berlusconi. E ha fatto bene!Nancy Taddei Sono pienamente d’accordo con lei, gentile signora Taddei: lo spazio dato dai giornali e dalle Tv ad un vicenda, che – pur avendo per protagonisti personalità pubbliche – resta del tutto privata, è stato veramente eccessivo e i toni usati decisamente stucchevoli. In quest’occasione i giornali di ispirazione cristiana senza alcuna eccezione – lei cita l’Osservatore Romano, ma la stessa linea è stata seguita da Avvenire e dai Settimanali cattolici – hanno scelto una sobrietà che nasce del voler caparbiamente rispettare la gerarchia delle notizie e l’importanza dei fatti. In quest’ottica la vicenda dei coniugi Berlusconi – ma anche di altre coppie politiche – con relativo carteggio amoroso, resta un fatto oggettivamente secondario e soprattutto da relegare nella sfera privata. Oggi invece sempre più spesso il gossip come si dice – ma il termine inglese non nobilita il pettegolezzo – sia che coinvolga politici sia che veda protagonisti «personaggi» dello spettacolo o dello sport, trova ampio spazio, non solo su quei rotocalchi che per scelta di gossip vivono, ma anche su mezzi di comunicazione «blasonati»: è così il pettegolezzo finisce per assurgere ad evento, magari per un giorno, mentre troppo spesso veri eventi drammatici vengono dimenticati, soprattutto se avvengono lontani dal cortile di casa nostra. Si dice – ed è in gran parte vero – che i media italiani, salvo rare eccezioni, dedicano in genere poco spazio per esempio ai drammi ormai purtroppo ordinari dell’Africa.Detto questo però una domanda s’impone: la colpa è tutta e solo dei giornali? Non direi. Il fatto è che sono cambiati i luoghi della politica. Più che nelle aule parlamentari si discute, ci si confronta e ci si scontra nei dibattiti televisivi, dove tutto deve diventare spettacolo. E così i politici si adeguano e come uomini di spettacolo cercano visibilità e popolarità anche, e soprattutto, per vicende private, soprattutto se un po’ «pepate».Sembra che molti pensino che l’importante è che di loro si parli e così i rapporti coniugali, i problemi dei figli, gli orientamenti sessuali e perfino le scelte vocazionali – tutti fatti strettamente privati – diventano materia pubblica. Ma tutto questo giova alla politica? Noi ne dubitiamo fortemente.