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Se camorra e politici lasciano affogare nei rifiuti una città e una regione

di Giovanni PallantiDa 14 anni Napoli è accerchiata e sommersa periodicamente dai rifiuti che non riescono ad essere smaltiti. I cassonetti trasbordano di pattume in tutta la cerchia urbana. Si calcola che ci siano più di centomila tonnellate di spazzatura che vengono a piccole dosi incendiate dalla popolazione inferocita e che producono quantità industriali di diossina con grave rischio per la salute degli abitanti della città partenopea.

In Campania, ogni anno, ogni persona produce circa 485 chili di rifiuti per un totale di 2 milioni e 806 mila 113 tonnellate. Tutti gli impianti di smaltimento sono bloccati, l’unica cosa che non si ferma è la camorra che ha messo le mani sul business di uno smaltimento arruffato e senza nessuna strategia che è stimato sui 45 miliardi di euro gestito da otto clan camorristi.

Il Vescovo emerito di Acerra Antonio Riboldi ha dichiarato che la camorra non vuole mollare un business miliardario e che molte delle opposizioni contro la realizzazione dei termovalorizzatori sono organizzate dai camorristi. Da quattordici anni la Regione Campania e la città di Napoli sono governate dal centro-sinistra. Il dominus politico è il presidente della Regione Antonio Bassolino già sindaco di Napoli e contemporaneamente Ministro del lavoro nel Governo D’Alema. In questo lungo periodo nulla è stato fatto per risolvere il problema dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Si è tentata la strada dei commissari straordinari (figure non elettive che dovevano agire con determinazione per risolvere la drammatica situazione in cui si trova Napoli).

Dal 1994 sono stati spesi nell’era del commissariamento 1200 milioni di euro; i commissari straordinari che si sono finora succeduti per non risolvere praticamente nulla sono otto (qualcuno dice nove il che fa ben capire il caos in cui queste figure dotate di poteri «straordinari» hanno agito). Ad oggi si prevede che l’unico termovalorizzatore campano potrà entrare in funzione, essendo ancora in costruzione, nel 2009. Tutto questo è il fallimento di una classe dirigente. Andati al potere Bassolino e compagni (la sindaco di Napoli Rosa Russo Jervolino è poco più di una comparsa sul piano politico) la situazione è rimasta tale e quale. Anzi è peggiorata. Non c’è da rallegrarsi di questa drammatica situazione. C’è solo da sperare che la Comunità europea sanzioni duramente l’Italia per costringere le «Autorità» locali e nazionali ad intervenire con durezza per vedere di alleviare la maggiore città del sud dell’Italia da questo cancro del malgoverno.