Italia

Scuole materne: Morgano (Fism), condizione sempre più difficoltosa

«La situazione economica delle scuole aderenti alla Fism è un dato preoccupante, perché la loro condizione sta diventando sempre più difficoltosa, con una prospettiva di insostenibilità sia per chi le gestisce, sia per le famiglie che vi iscrivono i propri figli. Tali difficoltà comportano riduzioni di sezioni e chiusura di scuole»: lo riferisce al Sir il segretario nazionale della Federazione italiana scuole materne, Luigi Morgano, dopo l’audizione di ieri sera presso il Senato per la discussione del ddl per il riordino del sistema scolastico e formativo del paese («Buona Scuola»).

«Nonostante la legge 62 del 2000 sulla parità scolastica – sottolinea – abbiamo espresso ai parlamentari che si sono fatti significativi passi in avanti sul piano giuridico e invece si è addirittura retrocessi sul piano della parità economica». Alla Fism fanno riferimento 7800 scuole paritarie no profit, che sono pari al 77% del totale delle scuole dell’infanzia paritarie, capillarmente diffuse su tutto il territorio nazionale (500 mila bambini in 4800 comuni italiani). Sul totale dei bambini iscritti alle scuole per l’infanzia, quelli che frequentano scuole Fism sono il 35% del totale. «Stante le difficoltà odierne – afferma Morgano – siamo di fronte a un bivio: o si adottano misure adeguate, oppure il sistema scolastico italiano si ridurrà a sistema unico, delle sole scuole statali». (segue)

Nella audizione parlamentare, il segretario nazionale della Fism Morgano ha evidenziato che «se lo Stato italiano dovesse sostituire il servizio delle scuole dell’infanzia paritarie con quelle delle scuole dell’infanzia statali, l’aggravio per il solo pagamento del personale sarebbe di 4 miliardi di euro annui, cui aggiungere gli investimenti per gli edifici e gli oneri a carico dei Comuni». Ha anche ricordato come in altri paesi europei, «i finanziamenti alle scuole non statali sono assicurati in misura significativa», citando la Francia dove le scuole non statali «stipulano contratti con lo Stato», o Germania, Danimarca e Olanda dove «i finanziamenti arrivano a coprire fino al 90% dei costi». «E’ evidente che il sostegno economico è elemento irrinunciabile della parità – aggiunge – anche se le scuole dell’infanzia dal 2001 ad oggi hanno visto scendere i finanziamenti da 380 milioni per 6730 scuole e 566.200 bambini agli attuali 290 milioni per circa 10 mila scuole con 630 mila bambini». Mentre il costo per alunno della scuola statale è di 6500 euro, il contributo che lo Stato gira alle scuole Fism è di soli 420 per alunno, «costringendo le scuole stesse a innalzare le rette, col risultato che le famiglie più povere sono costrette a ritirare i propri figli». Morgano ha anche ricordato come la detrazione massima consentita (400 euro) sia vicina a quella detraibile per spese veterinarie per animali da compagnia (387 euro).