Italia
Scuole materne: la Fism compie 50 anni
Si svolge domani a Roma il convegno nazionale. Il presidente Redaelli: "abbiamo il compito e la missione di essere seminatori di speranza"
“Prendiamo il largo” è lo slogan scelto dalla Fism (Federazione scuole dell’infanzia paritarie no profit di ispirazione cristiana) per il suo 50° di fondazione (1974-2024) che avrà il momento clou con il convegno nazionale Prima i bambini: ieri, oggi e domani, in programma domani 18 maggio a Roma.
All’Auditorium della Conciliazione si ritroveranno circa 1.500 rappresentanti delle scuole associate, una rete di circa 9mila realtà educative – asili nido, sezioni primavera, scuole dell’infanzia – diffuse in modo capillare su tutto il territorio nazionale, frequentate da circa mezzo milione di bambini e dove lavorano decine di migliaia di addetti e altrettanti volontari. Domenica 19 la messa nella basilica vaticana e la recita del Regina Caeli con il Papa in piazza San Pietro. Abbiamo intervistato il presidente nazionale Giampiero Redaelli.
La Fism compie 50 anni: quale bilancio e quali traguardi raggiunti?
Un bilancio molto positivo, un forte senso di appartenenza caratterizzato dal desiderio di sostenere tutte le scuole dell’infanzia – allora chiamate asili – cattoliche o di ispirazione cristiana, unico servizio “pubblico” su tutto il territorio nazionale fino alla costituzione delle scuole materne statali, avvenuta nel 1968. Molti i traguardi raggiunti, sia in campo pedagogico che gestionale, che hanno garantito un servizio di qualità per centinaia di migliaia di bambini e bambine ed un servizio indispensabile per le loro famiglie.
Il 18 maggio si apre a Roma il vostro convegno nazionale. Qual è l’obiettivo dell’evento?
Due gli obiettivi principali: il primo è certamente quello di ribadire il primato dell’educazione dei bambini; impegno che abbiamo svolto ieri e stiamo riprogettando oggi per proiettarlo nel futuro. Vogliamo “prendere il largo”, seppur in un mare in tempesta com’è l’attuale situazione sociale, politica ed internazionale. Dobbiamo superare “l’epidemia” della paura, che si insidia, si diffonde dappertutto, contagia tutte le età e tutti gli ambienti… ma per quanto l’insidia della paura sia un assedio continuo e minaccioso, abbiamo il compito e la missione di essere seminatori di speranza. Lo dobbiamo ai bambini e alle loro famiglie. Il secondo obiettivo, non meno importante, è chiedere al Governo il raggiungimento della piena parità di trattamento verso le famiglie che frequentano la scuola dell’infanzia paritaria e quella statale.
La data prescelta precede di una settimana esatta la prima Giornata mondiale dei bambini (25-26 maggio) istituita dal Papa. Una mera coincidenza o un segnale di continuità e collegamento tra il Global compact on Education lanciato dal Pontefice e lo stile educativo della Fism?
La coincidenza, non voluta, segna però un sentimento e un desiderio più volte ribadito e condiviso, quello di essere collaboratori del Patto educativo globale tanto caro a Papa Francesco. Guardiamo con ammirazione alla testimonianza di uomini e donne del nostro tempo che sono parola ed esempio di fiducia e, primo fra tutti, proprio a Papa Francesco, e raccogliamo le sue parole di incoraggiamento e di chiamata alla responsabilità. Vogliamo avere la capacità di saper accogliere le diversità culturali, religiose, e le fragilità dei bambini di questo tempo, per una fiduciosa educazione globale che sviluppi sentimenti di pace, tolleranza, aiuto, rispetto e perdono, elementi indispensabili e imprescindibili per la costruzione di un mondo bello e di un futuro migliore.
Come vi siete preparati all’appuntamento?
Da settembre scorso, quando abbiamo dato l’avvio ufficiale al 50°, abbiamo proposto diverse iniziative per coinvolgere le scuole, vere protagoniste della ricorrenza: gemellaggi e scambi pedagogici per rafforzarne il protagonismo e stimolare un mutuo apprendimento dalle diverse esperienze territoriali. Nel panorama delle esigenze formative, si è profilato sempre più il tema dell’ascolto che focalizza l’attenzione su genitori, bambini, insegnanti quali soggetti attivi e partecipi del percorso educativo. Abbiamo inoltre svolto dei “pellegrinaggi pedagogici” nel loro significato del “camminare insieme in ricerca”, rivisitando la fecondità delle radici a fondamento dell’impegno educativo della Fism. Infine abbiamo proposto alle scuole di realizzare la “capsula del futuro” che raccoglierà messaggi, disegni, oggetti, ricordi dei bambini, realizzati coi loro genitori. Solo dopo 10 anni verrà riaperta e…… chissà se i sogni descritti si saranno realizzati.
Una sessione dei lavori è dedicata a “Chiesa, politica e società”, ossia all’interlocuzione con le istituzioni politiche ed ecclesiali. Nonostante alcuni aiuti economici stanziati nell’ultima Legge di Bilancio, la reale e piena parità scolastica, a 25 anni dalla legge, è ancora lontana. Che cosa chiede la Fism a politica, Chiesa e società?
Ritengo che il “periodo di prova” cui sono state sottoposte le scuole dell’infanzia associate alla Fism, tutte no profit e per la maggior parte ultracentenarie, possa ritenersi definitivamente concluso, con il pieno riconoscimento del loro servizio pubblico educativo e sociale sancito dalla Legge 62/2000. La prosecuzione capillare dei servizi sul territorio costituisce inoltre un sostegno alla natalità, alla genitorialità e all’occupazione femminile. Ci sentiamo parte viva della Chiesa, chiediamo a tutte le diocesi di sostenere le scuole dell’infanzia, come primo presidio educativo, sociale e culturale da cui ripartire per annunciare che, nonostante tutto, la vita è degna di essere vissuta, e vissuta pienamente.
Dal 2021 è diventato operativo il Runts. Quanto è importante l’appartenenza al Terzo settore e a che punto è l’iscrizione delle vostre scuole al Registro unico?
Quando ho letto il primo articolo del decreto legislativo sul Codice del Terzo settore: “Al fine di sostenere l’autonoma iniziativa dei cittadini che concorrono, anche in forma associata, a perseguire il bene comune, ad elevare i livelli di cittadinanza attiva, di coesione e protezione sociale, favorendo la partecipazione, l’inclusione e il pieno sviluppo della persona, a valorizzare il potenziale di crescita e di occupazione lavorativa….”, mi sono detto: finalmente hanno cucito un abito su misura per le nostre scuole e ovviamente non solo per quelle. Ci sono ancora alcuni nodi da sciogliere a livello legislativo, ma ci stiamo lavorando. Anche l’incontro in Senato col vice ministro Leo, lo scorso 17 gennaio, ha permesso un’interlocuzione fondamentale per superare questi ostacoli. Nonostante ciò, alcune centinaia di scuole hanno già fatto l’iscrizione al Runts.
Per quanto riguarda invece l’autonomia differenziata, che cosa potrebbe comportare per le scuole, in particolare per le paritarie?
L’autonomia differenziata presuppone la risoluzione della questione dei livelli essenziali delle prestazioni (Lep) anche in materia di educazione ed istruzione; sul punto pare debba essere fatto ancora molto lavoro. Stiamo comunque seguendo l’iter dei lavori parlamentari.
Per concludere: “Prendiamo il largo” è lo slogan del 50°. Quali nuovi progetti e sfide?
Si. Prendiamo davvero il largo… con fiducia e responsabilità verso tutti i gestori e le comunità educanti delle 9mila realtà che fanno riferimento alla Fism. La vera sfida rimane quella educativa e per questo obiettivo investiremo ingenti energie affinché ogni scuola possa avere strumenti indispensabili, “ferri del mestiere”, per costruire un percorso educativo entusiasmante, coinvolgente e mirato ad essere un sicuro sostegno alla famiglia. Anche per questo, Fism si sta dotando di strumenti operativi, come la costituzione di una Fism Servizi che sia di supporto per l’aspetto gestionale delle scuole. A giugno la Federazione assumerà per statuto il ruolo di rete di enti del Terzo settore per assicurare a chi ha o avrà scelto di entrare nel Runts, di avere massima assistenza e supporto. Infine ci sono in cantiere altre proposte che verranno sancite dal prossimo Congresso che si svolgerà a giugno.