Toscana

SCUOLA: TOSCANA; 1,119 MLD PER NUOVO PIANO 2006-2010

Ammontano 1,119 miliardi di euro in 4 anni le risorse messe a disposizione per i settori dell’istruzione, della formazione e del lavoro. E’ quanto previsto dal piano generale di indirizzo integrato (Pigi) 2006-10 approvato oggi a maggioranza dal Consiglio regionale. Il piano, articolato in numerosi 6 obiettivi strategici, prevede tra l’ altro, di arrivare entro il 2010 a creare servizi per il 33% dei bambini sotto i 3 anni e per il 90% per quelli fino all’ età scolare.

Altri obiettivi entro il 2010, portare la media di dispersione scolastica a non più del 10%, aumentare del 15% il numero di laureati di facoltà scientifiche, arrivare a un tasso medio di occupazione complessiva del 70% e del 60% fra le donne. “Il Piano Integrato – ha spiegato l’assessore all’Istruzione e Lavoro Gianfranco Simoncini – è uno strumento con il quale la Regione Toscana scommette sullo sviluppo a partire dall’ istruzione che vuol dire investire in capitale umano. Il programma – ha aggiunto – si muove in una realtà complessa, ma non dimentichiamo che in Toscana contiamo importanti eccellenze come la forte capacità di risposta alla domanda di asili nido o l’assegnazione del 100% delle borse di studio per gli studenti aventi diritto”.

Per la consigliera Ds Fabiana Angiolini, che ha illustrato in aula il piano, “intendiamo riaffermare il diritto all’ apprendimento durante tutto l’arco della vita come punto fondamentale per garantire la crescita economica e sociale della Toscana. Il Piano – ha spiegato ancora – prendendo atto dei ritardi con cui l’ Europa sta attuando gli obiettivi di Lisbona, riafferma la necessità di promuovere e sostenere il diritto all’istruzione, alla formazione, al lavoro di qualità e alla coesione sociale, assumendo come principio di fondo il diritto all’ apprendimento permanente”.

Critiche e commenti hanno preceduto l’approvazione del Piano 2006-10. Per Giuliana Baudone (An) “purtroppo alle enunciazioni del piano non fanno seguito i fatti e molte affermazioni sono avulse dalla realtà mentre sarebbe necessario muoversi basandosi sui fatti concreti”. Secondo Angelo Pollina (Fi) “nel piano c’è una discontinuità concettuale rispetto al passato recente. Manca poi una vera e propria integrazione fra pubblico e privato e non c’è spazio per i buoni scuola, e dunque per incentivare la libertà di scelta di educazione delle famiglie toscane”. Positivo il commento di Edoardo Bruno (Pdci) secondo cui “é un lavoro eccellente per contenuto e per metodo. Questo piano rappresenta l’ossatura culturale per i prossimi anni e noi ci riconosciamo negli obiettivi fondamentali, tra cui il potenziamento del long life learning, il diritto di scelta di percorsi formativi personali, il sostegno politico alla piena occupazione e alla riduzione della precarietà, l’impegno per la sicurezza sui luoghi di lavoro”.

Per Roberta Fantozzi (Prc) “i Pigi presenta aspetti assolutamente apprezzabili e condivisibili, così come è condivisibile il percorso anche se permangono alcune criticità e avremmo preferito una maggiore caratterizzazione delle scelte piuttosto che un elenco”. Per Fantozzi, è positivo come “l’atto si intrecci con la normativa nazionale in materia, ed è importantissimo che si torni a dare importanza ai contratti stabili dopo il massiccio aumento della precarizzazione a cui abbiamo assistito anche in Toscana”.

Il piano, emendato con due modifiche proposte da Rifondazione comunista, è stato approvato con il voto favorevole di maggioranza e Prc, ed il voto contrario del centro-destra. Approvati anche due ordini del giorno. Il primo, proposto dalle commissioni Attività produttive e Cultura, impegna la Giunta a reperire risorse aggiuntive per i servizi educativi all’infanzia nel bilancio 2007, ed ha incassato il voto favorevole di maggioranza e Prc, astenuto il centro-destra. Sul secondo, proposto dal Pdci e votato da maggioranza e Prc, il centro-destra ha invece votato contro. Il testo impegna la giunta a monitorare i fenomeni della dispersione scolastica, della ‘fuga dei cervelli’, e attuare interventi per la stabilità dell’occupazione. (ANSA).