Le riforme sociali sono indispensabili per garantire un futuro alla società italiana, altrimenti destinata ad un declino inarrestabile. E’ quanto scrivono Agesc, Fism, Fidae, CdO, Opere Formative, Msc, in una nota congiunta in cui definiscono le riforme necessarie per un salto di qualità del nostro Paese. Riforme, per i firmatari della nota, non solo relative al sistema di equilibrio fra i poteri dello Stato, fra esecutivo, legislativo e giudiziario, o al sistema economico e imprenditoriale. Servono le riforme sociali, per evitare il declino: di qui la necessità di invertire il calo demografico del Paese, favorire le condizioni di vita delle famiglie che creano una società stabile e ricca, sostenere lo sforzo educativo delle famiglie e delle scuole, garantendo la loro libertà e la loro qualità. Nel dettaglio, le associazioni chiedono interventi per favorire la libertà di fare figli con sostegni alla natalità (se non vogliamo un Paese invecchiato), per sostenere la formazione di nuove famiglie e la loro stabilità anche con un fisco a misura di famiglia (se non si vuole una società sempre più disgregata ed egoista), per garantire libertà di educazione e qualità dell’insegnamento (se non vogliamo veder crescere insuccessi e insoddisfazione dei giovani nella scuola). Per quanto riguarda il sistema nazionale di istruzione si legge ancora nella nota è necessario che le risorse recuperate dalla razionalizzazione del sistema scolastico siano reinvestite nel settore per attuare l’autonomia delle scuole e accrescerne la qualità, per valorizzare secondo il merito la professionalità dei docenti, per garantire la libertà di scelta delle famiglie e la piena parità fra istituti statali e non statali. Tutto ciò, a partire dalla consapevolezza che una vera ed efficace razionalizzazione del sistema nazionale di istruzione non può non tenere conto dell’enorme risparmio che le scuole paritarie garantiscono allo Stato. L’auspicio, dunque, è che in questi tre anni si proceda senza ulteriori esitazioni verso l’adozione di adeguati provvedimenti legislativi, come ad esempio l’introduzione di sostanziose detrazioni fiscali sulle rette di iscrizione e frequenza alle scuole non statali, borse di studio…. Ciò, per i firmatari del documento, consentirebbe di favorire ed incrementare, da una parte, la libertà di scelta educativa per le famiglie e gli studenti e, dall’altra, di liberare ulteriori risorse finanziarie utili all’intero settore. Ogni ritardo pesa sul futuro dei nostri giovani e sul presente delle famiglie italiane, la conclusione della nota.Sir